Domenica 17: giornata dei poveri. Anche il Vescovo alla mensa solidale di Azzano

Domenica 17 novembre papa Francesco ha invitato tutte le parrocchie a celebrare la terza Giornata mondiale dei poveri. In piazza San Pietro Francesco avrà 1.500 invitati poveri. Anche i nostro vescovo Giuseppe nel corso della visita pastorale ad Azzano decimo ha pranzato nella mensa solidale

OSPITE SPECIALE ALLA MENSA DELL’ORATORIO

 IL VESCOVO GIUSEPPE IN VISITA PASTORALE

Azzano Decimo

 

Mercoledì 6 novembre, fra i numerosi convitati di una edizione straordinaria della mensa solidale, sedeva a tavola anche il nostro vescovo Giuseppe, tra noi per la visita pastorale.

Il Vescovo ha potuto così conoscere direttamente una iniziativa che è cresciuta e si è molto qualificata nel tempo e nella quale convergono molteplici forme, spesso creative e perfino commoventi, di solidarietà concreta. Il nostro Pastore ha espresso vivo compiacimento per questa mensa della generosità, della quale ha potuto sperimentare in diretta l’efficienza e i molteplici significati, dal valore della partecipazione umana e cristiana a situazioni di disagio, all’aspetto più generale, riconducibile in particolare all’importanza del non spreco.

Una bella storia che sta crescendo da cinque anni

Come ci spiega Enrico Drigo, responsabile della mensa solidale ospitata in oratorio, l’idea di “invitare a pranzo” persone disagiate, segnalate dai Servizi Sociali, è partita in particolare dall’intendimento di evitare lo spreco di cibo nelle mense scolastiche educando gli alunni a chiedere porzioni adeguate alle esigenze personali. Si tratta di una consapevolezza finalizzata a una particolare iniziativa di bene che si armonizza con la valenza educativa che vi è sottesa.

Questo speciale servizio-mensa si riconduce alla finalità di alleviare situazioni di disagio, quali la solitudine e l’isolamento, ma anche alla difficoltà di alcune persone di prepararsi  un pasto in autonomia.

E’ un invito quotidiano a pranzo, in un clima familiare, predisposto e gestito con l’attenzione e la delicatezza dovute a persone provate dalla vita. Da questa piccola centrale della carità premurosa e discreta, si irradia l’invito a tutta la comunità a collaborare a una “buona notizia”, tanto che sono sempre più frequenti e numerose le persone che arrivano con il loro contributo per rendere più gradevole e vario il pranzo, quasi per aggiungere calore a un ampio abbraccio: come se qui si concentrasse il cuore della comunità attenta e sensibile al disagio del prossimo più fragile. Qui si registra un avvicendarsi di ospiti, dato che alcune situazioni di disagio spesso si risolvono, mentre altre già bussano alla porta.

 

Svariate forme di sostegno anche da rivoli di provenienza anonima

 Si tratta di forme di sostegno necessarie sia per completare e rendere più vario il menu che per sopperire in particolari giornate alla insufficienza del cibo proveniente dalla mensa scolastica. Molto spesso c’è tra gli ospiti qualcuno che non è in grado di prepararsi il pasto serale. Ecco allora i contenitori ermetici con le pietanze pronte: basta scaldarle e la cena è pronta. Enrico tiene sempre nei frigoriferi della casa, per particolari evenienze, qualche riserva di cibo che arriva da tanti donatori, come pure dal cibo fresco di prossima scadenza donato dalla Coop. Ci sono persone che ricevono una adeguata provvista anche per i giorni festivi, quando la mensa resta chiusa.

Tornando ai donatori, Enrico esprime il suo grato stupore per le innumerevoli attenzione di cui gode la sua piccola centrale della carità, per la quale spesso i benefattori restano caparbiamente anonimi. C’è l’ortolano, che denominiamo così perché durante l’estate lascia davanti alle porte dell’oratorio prodotti freschissimi dell’orto, che nel periodo invernale fornisce barattoli di pelati e altri prodotti alimentari; c’è il commerciante che ha la sua attività lontano da qui, ma che ritornando in  paese ha spesso un pensiero per la mensa solidale; c’è il padre di famiglia che a volte, quando va  a fare la spesa, riempie una borsa da portare a casa e una da portare in oratorio. E’ impossibile citare tutti i donatori che trovano le occasioni più svariate per un pensiero che aggiunga qualità e gradevolezza ai pasti serviti alla mensa.

A volte c’è un cuore grande in un piccolo pensiero. Ma si sa che tante gocce formano il mare: in questo caso un mare di altruismo concreto e silenzioso, ma immenso per il suo peso di umanità.

Flavia Sacilotto