Avvento, l’Atteso bussa alla nostra porta

Viene considerato principalmente come tempo di attesa. Ma oggi, dando ascolto la parola di Papa Francesco, vale la pena riscoprire che siamo invece attesi. E’ la novità e l’essenziale della nostra fede.

L’Avvento, di solito, seguendo la trazione, viene considerato principalmente come tempo di attesa. Ma oggi, dando ascolto la parola di Papa Francesco, nel nostro cambiamento culturale, non più cristiano, vale la pena riscoprire che siamo invece attesi. E’ la novità e l’essenziale della nostra fede.

E’ il Signore che ci precede, che per primo si fa incontro.

E’ Lui che ci attende per incontrarci nella nostra situazione di vita, smarrita, non meritevole. Che richiama la situazione dei pastori, gente lontana da ogni fede, da Dio e dagli uomini.

E’ il Signore che ci raggiunge per far rinascere la speranza che sembra morta, per recuperare ciò che ci sembra irrecuperabile.

Come? Seguendo l’atteggiamento di Maria, che interpellata dall’angelo, interroga Dio, per arrendersi, poi, a Lui, affidandosi alle cinque parole: “Nulla è impossibile a Dio”. E’ quanto vuol indicare l’immagine di copertina del sussidio d’Avvento della nostra Diocesi: Il visitatore atteso.

E’ Lui, il Signore che ancora viene, bussa alla porta di ciascuno, soprattutto là dove non ce l’aspettiamo. Bussa alla porta dei giovani che ci sembrano, oggi, irrecuperabili alla fede. Certi che il Signore non è parziale, sarà bello riscoprire che ha una preferenza per i giovani, considerati per la maggior parte lontani, non adatti per la vita cristiana. Una scoperta possibile ripensando occasioni di cammino insieme, di incontro, di proposte concrete per valori umani.