Pordenone
Una nuova sfida per Casa Madre della Vita
Sarà anche comunità per minori. Passaggio di consegno per la sua gestione: le Piccole Apostole della Carità lasciano alla Cooperativa sociale Il Portico
Riapre i battenti, dopo un breve periodo di inattività per consentire la necessaria riorganizzazione, Casa Madre della Vita, a Borgomeduna.Completato quindi il passaggio di consegne tra le Piccole apostole della carità, che hanno gestita la struttura con amore e dedizione in questi anni, e la Cooperativa Il Portico che ora la seguirà per conto della Diocesi.”La costruzione di questa Casa – ha ricordato il Vescovo Emerito mons. Ovidio Poletto – è stata una scelta dell’Assemblea diocesana quale segno di impegno concreto per fare fronte ad una esigenza del territorio. Un impegno nei confronti della maternità difficile e della vita nascente”.Costruita in pochi anni, su un terreno donato alla Diocesi da mons. Luigi Floriduz e sua sorella, Casa Madre della vita ha offerto una positiva risposta a diverse situazioni complicate: un rifugio per giovani madri in difficoltà e i loro bambini. Un servizio prezioso, la cui efficacia è stata da tutti riconosciuta ed apprezzata.Ora, a distanza di anni, la situazione mutata e le nuove esigenze hanno suggerito un ripensamento della struttura. Casa Madre manterrà naturalmente la mission di accogliere le giovani mamme in difficoltà, ma diventerà a tutti gli effetti anche una comunità per minori.”Abbiamo accolto con entusiasmo quest’opportunità – ha spiegato il Presidente de Il Portico, Daniele Dal Ben (foto) – forti della nostra esperienza di 25 anni in cui abbiamo cercato di dare una risposta, ispirata alla nostra visione cristiana, ai bisogni educativi del territorio”.La Cooperativa Il Portico gestisce infatti, specialmente nell’area di San Donà di Piave, dieci scuole dell’infanzia parrocchiali e 13 asili nido. A queste si aggiungono quattro comunità per minori, una delle quali, Il Sicomoro, situata in diocesi, a Pramaggiore.”Già adesso Casa Madre accoglie una mamma con tre bambini e altri tre minori – spiega la responsabile della struttura, Paola Garbo -, segno che già oggi è capace di intercettare un bisogno reale. Per poter dare una risposta adeguata abbiamo però bisogno di un forte radicamento nel territorio, che ci consenta di offrire ai nostri ospiti la possibilità di una vita il più possibile normale. Non c’è solo la risposta all’emergenza. Dopo di quella bisogna costruire percorsi e per riuscirci abbiamo bisogno dell’aiuto della comunità in cui Casa Madre vive”.Quello del legame col territorio è un concetto subito ripreso e fatto suo anche dal Vescovo, mons. Giuseppe Pellegrini: “E’ fondamentale. Tanti parlano di accoglienza, pochi poi la mettono in pratica. Sarà importante coinvolgere gli ospiti della Casa in quella che è la vita della parrocchia e della comunità tutta”.Disponibilità in tal senso è stata immediatamente assicurata da Padre Claudio Pighin, parroco di Borgomeduna, che così si è rivolto agli operatori di Casa Madre della Vita: “Voi, e con voi gli abitanti di questa casa, siete parte integrante di questa parrocchia. Viviamola insieme, non isolatevi”.