Pordenone
Unindustria Pordenone sceglie il Veneto
L'associazione degli industriali pordenonesi disegna nuove alleanze e guarda al Veneto. "Con Udine ci abbiamo provato, ma non c'è chimica, non funziona"
Un’unica Confindustria entro il 2020, che potrebbe chiamarsi Alto Adriatico e che avrà un rapporto federativo con la territoriale di Treviso – Padova e Venezia – Rovigo. E’ quanto ha dichiarato il presidente di Unindustria Pordenone, Michelangelo Agrusti, al termine della consueta conferenza stampa prima della pausa estiva. Innanzitutto, è tramontata l’idea di un “matrimonio” Pordenone-Udine. “Le fusioni – è il pensiero di Agrusti – si fanno se c’è della chimica, con Udine non c’è, noi ci abbiamo provato scontrandoci però, purtroppo, con un modo differente di concepire Confindustria; con la Venezia Giulia, invece, le cose sono andate diversamente ed ecco perché abbiamo avviato, assieme a loro, nell’alveo di un più ampio disegno strategico, un percorso che ci porterà alla costituzione, entro il 2020, di un’unica Confindustria”.”Con chi dirige Confindustria Udine – ha aggiunto l’ex parlamentare – il rapporto personale è ottimo, non ci sono fraintendimenti; per noi, però, l’associazione è un’impresa per le imprese meno legata a una visione burocratica, alle virgole. Con Confindustria della Venezia Giulia, c’è una visione condivisa fondata sulla sinergia tra due territori che esprimono vocazioni industriali complementari (porti, interporti, cantieri, retro-cantieri)”. Un grande risultato, ha detto ancora il presidente, che darà origine a un’unica territoriale da 1.200 associati, piattaforma formidabile per poter instradare un rapporto positivo con i decisori politici. Sul fronte operativo, invece, il presidente di Unindustria Pordenone ha evidenziato che il sistema produttivo industriale della Destra Tagliamento tiene nonostante il rallentamento delle economie mondiali, una flessione più evidente là dove ciò può potenzialmente riverberarsi sulle quote di export di una provincia storicamente vocata ai mercati esteri, Germania, Francia, Gran Bretagna e in parte Stati Uniti. Ma il dato complessivo è abbastanza positivo poiché, ha detto, il sistema tiene. Reggono il legno-arredo dopo la pesante ristrutturazione che sta dando origine a un consolidamento definitivo e brilla la cantieristica – che, nella fattispecie, ruota attorno a Marine Interiors, costola di Fincantieri che beneficia di un portafoglio ordini lungo almeno otto, dieci anni. In grande “spolvero” anche il vetro, un mercato concentrato storicamente nel Sanvitese dove, grazie a investimenti da parte di gruppi esteri, potrebbe essere presto creato un Distretto ad hoc. “in quell’area – ha concluso Agrusti – inaugureremo nel giro di un anno e mezzo un grande impianto di recupero vetro/rottami da mettere a disposizione delle aziende”.Maurizio Pertegato