Diocesi
Tre nuovi sacerdoti per la diocesi
Da sabato 11 maggio la diocesi ha tre nuovi presbiteri: don Luca Ciligot, don Alberto della Bianca e don Giulio Grandis
Lo Spirito del Signore è su di me, mi ha consacrato, mi ha mandato ad annunziare ai poveri un lieto messaggio di salvezza. Un coro festante ha accolto con queste parole don Luca Ciligot, don Alberto della Bianca e don Giulio Grandis all’ingresso nella Cattedrale di Concordia per la loro ordinazione presbiterale sabato 11 maggio, nella festa del Buon Pastore.Tanti i volti giovani attorno agli ordinandi, mentre Luca, Alberto e Giulio scandivano ad ogni domanda che il Vescovo poneva loro: “Sì, lo voglio!” e si prostravano poi a terra durante il canto delle litanie. Insieme con loro, i familiari e gli amici, le persone delle comunità che li hanno visti crescere Torre, Portogruaro e Maniago e i fedeli delle parrocchie presso le quali si trovano attualmente a svolgere il loro servizio. Tutti accomunati da sentimenti di visibile commozione e gratitudine, insieme con il desiderio di essere vicini in questo momento santo.Lungo tutta notte precedente, nella chiesa del Seminario a Pordenone, si erano alternate tante persone, giovani e meno giovani, sacerdoti e religiose, e ancora uomini e donne da varie parti della diocesi, silenziosi oranti del “monastero invisibile”, per sostare nell’adorazione eucaristica, con l’intenzione di accompagnare così, con una preghiera ininterrotta, il passo dei tre novelli sacerdoti, invocando da Dio l’aiuto per la loro vita. Ma anche per pregare per ogni tipo di vocazione, perché quanti il Signore chiama, qualunque sia il progetto, possano dire un sì, fatto di fiducia nella sua fedeltà.Il Vescovo Giuseppe nell’omelia ha voluto ricordare alcune passaggi del discorso 340 di Sant’Agostino, che avevano accompagnato lui stesso nella preparazione della sua ordinazione presbiterale e poi di quella episcopale. Si legge in quel discorso ad un certo punto: Nel momento in cui mi dà timore l’essere per voi, mi consola il fatto di essere con voi. Per voi infatti sono vescovo, con voi sono cristiano. Quel nome è segno dell’incarico ricevuto, questo della grazia. E concludeva il Vescovo di Ippona rivolgendosi ai suoi fedeli: pregate per me, ricordando anche così che non deve mai venir meno tra pastori e fedeli di quell’impegno che è la preghiera reciproca.Ai tre novelli ogni migliore augurio unito alle parole che Papa Francesco nella stessa festa del Buon Pastore ha indirizzato ai preti che ha ordinato in San Pietro, domenica mattina: La gioia sacerdotale si trova… cercando di piacere a Dio che ci ha eletti. Infine, partecipando alla missione di Cristo, Capo e Pastore, in comunione filiale con il vostro Vescovo, impegnatevi a unire i fedeli in un’unica famiglia. Ecco le vicinanze proprie del sacerdote: vicino a Dio nella preghiera, vicino al vescovo che è il vostro padre, vicino al presbiterio, agli altri sacerdoti, come fratelli… e vicini al Popolo di Dio. Abbiate sempre davanti agli occhi l’esempio del Buon Pastore, che non è venuto per essere servito, ma per servire e per cercare e salvare ciò che era perduto.don Roberto Tondato, Rettore del Seminario diocesano