Cultura e Spettacoli
Sabato 27 e Domenica 28 al Verdi: la protesta delle donne de “Roma ore 11”
Sabato 27 aprile alle 20.45 e domenica 28 in doppio spettacolo alle 16 e alle 20.45, al teatro Verdi di Pordenone va in scena: "Roma ore 11"
“Signorina giovane, intelligente, volenterosissima, attiva, conoscenza dattilografia, miti pretese, per primo impiego cercasi”.Questo l’annuncio apparso su un noto quotidiano romanonel 1951 per un unico posto al quale si presentano duecento giovani donne. Un lavoro che, già dall’annuncio, si intuisce mal pagato. Sotto il peso di quel grande numero di candidate, la scalinata del palazzo dove si sono ammassate cede e settantasette ragazze sono ferite in modo più o meno grave. Una di loro muore. Sembra una delle tante storie contemporanee di “incidente sul lavoro”, quella raccontata in “Roma ore 11”, spettacolo allestito dal collettivo “Minipretese” formato dalle talentuose Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Sandra Toffolatti, Mariángeles Torres che andrà in scena al Teatro Verdi di Pordenone sabato 27 alle 20.45 e in doppia replica domenica 28 aprile (ore 16.00 e 20.45). Lo spettacolo nasce da un libro di Elio Petri, frutto delle indagini effettuate dall’allora giovane giornalista per conto del regista Giuseppe De Santis, che voleva approfondire il fatto di cronaca per farne un film. Petri conduce l’inchiesta in modo capillare, ragazza per ragazza, rintraccia le storie, le famiglie, gli ambienti, esplora i sogni e le attese, raccoglie le idee di giustizia, ricostruisce l’immagine di quel mondo. Più che di un’inchiesta, si tratta di una denuncia delle miserie, della disperazione, delle prepotenze anche sessuali subite dalle ragazze, cosa che costò al film, poi realizzato da De Santis, il boicottaggio e la censura.
Un reportage giornalistico, un libro, un film. Ora anche un efficacissimo spettacolo teatrale. Pur non essendo un testo scritto per il teatro, Petri tratteggia dei personaggi così vivi e concreti da risultare pronti per essere recitati. Le quattro attrici si “moltiplicano” nei diversi ruoli – giovani donne di borgata, ragazze “casa e chiesa”, portinaie o sartine –, alternano i dialetti, a volte intonano canzoncine: sono i mille volti di una quotidianità fatta di ordinaria sopravvivenza.
Ad essere raccontata a 360 gradi è l’Italia del dopoguerra, della disoccupazione, del boom edilizio, di datori di lavoro che pretendono ogni tipo di lavoro dalle loro segretarie…Un mondo davvero lontano mezzo secolo da noi? Nonostante parlino di miseria e di guerra appena passata, la forza vitale dei personaggi e la leggerezza con cui vengono raccontati fanno sì che spesso ci si sorprenda a ridere insieme a loro. Uno spettacolo in cui si ride e ci si commuove, ma anche una riflessione sull’universo delle donne e sulla ricerca, ieri come oggi, di un ruolo sociale e lavorativo in un mondo ancora declinato al maschile.