8 aprile 1989: inaugurazione del nuovo Centro Diocesano Attività Pastorali

Papa Giovanni Paolo II mandò un telegramma; presente il Patriarca di Venezia Marco Cè. Il Centro fu fortemente voluto dal Vescovo Abramo freschi. Cronaca di una giornata memorabile

Trenta anni fa, sabato 8 aprile 1989, fu solennemente inaugurato il Centro Diocesano Attività Pastorali che sorge sulla sinistra di quella via che, fino al 1991, costituiva il primo tratto di via Revedole, da quell’anno intitolata ai Santi Martiri Concordiesi per rafforzare il vincolo con cui il decreto papale del 1971 aveva inteso legare Pordenone a Concordia, istituendo la diocesi di Concordia – Pordenone.Procedendo dal centro città verso la periferia, via Revedole conduceva allora come oggi al Seminario diocesano, qui trasferitosi da Portogruaro dopo la Grande Guerra. La via è nel suo primo tatto immersa tra il verde e le acque che derivano dal fiume Noncello, dei laghetti Tomadini.A sinistra su un terreno collinare è stato costruito il Centro Diocesano Attività Pastorali, che affascina per la sua particolare struttura, così voluta dal progettista Othmar Bart di Bressanone. Bart la pensò per un ambiente fluviale e collinare e in cotto per rapportarsi con il Duomo Concattedrale di San Marco.Quel tratto di via è diventato da allora una parte del cuore pulsante della Diocesi, anche se col mutare dei tempi e delle esigenze alcune realtà hanno cambiato sede: la Biblioteca dal Centro Pastorale è stata trasferita in una porzione del Seminario, la Caritas presso la Casa della Madonna Pellegrina.

LE OPEREDIOCESANERiassumiamo in breve alcuni passaggi delle varie sedi ove a Pordenone furono ospitate le attività diocesane, mai unite prima del 1946 quando ebbero sede in Villa Ottoboni.Erano in precedenza state ospitate in vari uffici, parrocchie, perfino in abitazioni, come nel caso dell’Azione Cattolica.Da Villa Ottoboni, quelle che si vollero chiamare Opere Diocesane, germogliate dopo il secondo conflitto mondiale dalla primitiva Azione Cattolica, nel 1964 si trasferirono in un palazzo, sito in una piazzetta dal 1968 intitolata al Card. Celso Costantini.Nel 1989 il trasferimento nel grande complesso di via dei Santi Martiri Concordiesi.

DIOCESI: ILCAMBIO DEL NOMEGli anni Settanta del secolo scorso sono determinanti per l’assetto della Diocesi, che vede affiancato all’antico titolo di Concordia quello di Pordenone: Diocesi di Concordia Pordenone.Mons. Abramo Freschi nel 1970 è nominato coadiutore “cum jure successionis” del venerando vescovo mons. Vittorio De Zanche. Prende dimora in Seminario a Pordenone e il 14 aprile 1977, alla morte di De Zanche diventa titolare della Diocesi. Nel frattempo nel 1974 la sede della curia diocesana era stata trasferita nella città del Noncello e il duomo di San Marco era divenuto Concattedrale.

IL NUOVOCENTRO DIOCESANOSi deve al Vescovo Abramo Freschi la realizzazione del nuovo Centro Diocesano Attività Pastorali, iniziato nel 1987 e completato in soli due anni.La nuova struttura comprende la residenza del Vescovo, la sede degli uffici di curia, delle associazioni cattoliche e di istituzioni che elevano il tenore culturale della città: la Biblioteca diocesana, il Museo d’Arte Sacra, l’Archivio storico della Diocesi, il settimanale diocesano Il Popolo.Il cuore della nuova realtà è la chiesa dedicata a Maria Madre della Chiesa e Regina della Pace. In quella chiesa a due anni dalla morte, nel 1998, in una tomba ricavata sotto la lastra pavimentale apposta con lo stemma episcopale il giorno dell’inaugurazione, verrà traslata la salma del Vescovo Abramo Freschi, il padre del nuovo Centro Diocesano.

UNA GIORNATAMEMORABILEIl settimanale Il Popolo del 2 aprile 1989 annuncia per il giorno 8 la Solenne inaugurazione del Centro, “Una tappa significativa di un cammino plurisecolare” scrive il Vescovo Freschi nel suo denso editoriale. Accanto il programma: ore 10 Saluto e presentazione del Centro da parte del Vescovo. Brevi interventi di autorità e dell’architetto Othmar Barth. Intervento di S.E. il Cardinale Patriarca di Venezia Marco Cé. Ore 10.30: Benedizione della chiesa. Canti sostenuti dal Coro della Cattedrale di Concordia. Visita dei locali e presentazione della mostra dello scultore Giorgio Igne nel nuovo Museo diocesano.Nel pomeriggio alle ore 16 la prima Messa celebrata dal Vescovo nella chiesa del Centro per tutte le Religiose della Diocesi. Mons. Vescovo desiderava ricordare ai Parroci che nei mesi di aprile e maggio erano attesi gruppi di fedeli, ragazzi della Prima Comunione, Cresimandi in visita alla cappella dedicata a Maria. Tutta la Diocesi è stata coinvolta nel grande evento, così come era stata preparata con le Missioni al Popolo.Il giorno 8 aprile tutto si svolge come da programma, ma ciò che più stupisce nella lettura della cronaca della giornata e nei racconti di chi allora fu presente, è la grande affluenza della gente semplice, forse mille persone, desiderosa di vivere un momento particolarmente significativo per la vita della Diocesi.Con la gente i vescovi de L’Aquila mons. Peressin (originario di Azzano X), di Trieste Bellomi, di Vittorio Veneto Ravignani e l’Ausiliare di Udine Brollo. Sacerdoti da tutta la Diocesi.Importante nel discorso del Patriarca Cé il collegamento del felice evento con la conclusione delle celebrazioni dei sedici secoli della Diocesi.Il vescovo Freschi cita il Santo Vescovo Cromazio di Aquileia che nel 389 consacrò la prima basilica Concordiese. Articolato e concreto il dire di Freschi, dell’unità della compagine diocesana pur nei trasferimenti di sede a Portogruaro e a Pordenone.Una Diocesi tra due fiumi, Livenza e Tagliamento, tra i monti e il mare.Chiudiamo questa importante pagina della nostra storia diocesana con un pensiero espresso nel suo discorso dal Patriarca Cé, che riconduce al significato proprio di un Centro Pastorale, che non è solo un luogo materiale. “Un Centro per le Attività pastorali in una Diocesi, di una Chiesa vuole essere un punto di riferimento a cui avviarsi con fiducia, il luogo della preghiera e del Vangelo, dove si lavora e si programma in ascolto dello Spirito e dove chiunque arrivi sa di essere un fratello sempre bene accolto”.Maria Luisa Gaspardo Agosti