Lo Psicologo
La complessità della responsabilità
Uno sguardo alle molte difficoltà che si possono incontrare nella relazione genitori e figli
La relazione genitori-figli è una tela di così fitte e complesse maglie che risulta molto complicato osservarne tutte le sfaccettature. Tuttavia, senza lasciarci scoraggiare dalla complessità dell’argomento, vale la pena provare a mettere in luce qualche tema che possa tornare utile nella prospettiva di una ricerca sia personale che collettiva di un arricchimento del proprio pensiero. In quest’ottica propongo di soffermarsi sul filo che unisce i genitori ed i figli e che qualifica la relazione come una relazione governata da un senso di responsabilità. Credo che non sorprenderà nessuno leggere che la responsabilità sia un tratto che qualifica la natura di questa specifica relazione. Eppure la pratica clinica e l’esperienza dei consultori sono spesso testimoni di declinazioni assai soggettive e personali del senso di responsabilità verso i figli che sembrano evidenziare un senso di solitudine e scarsa condivisione di che cosa possa sostenere un tratto così importante dell’essere genitori. In altre parole si potrebbe dire che si riscontra sovente un’idea di responsabilità verso i figli diversa per ogni persona e ciò che più genera fraintendimenti, è la poca condivisione e discussione di queste idee anche tra i due membri di una stessa coppia genitoriale: ognuno cioè procede con la propria idea a riguardo traducendola in comportamenti e stili educativi senza farne un argomento condiviso su cui fondare un pensiero complesso ed unitario che riguardi entrambi i membri della coppia. Porsi l’interrogativo di che cosa sia la responsabilità di essere genitore e provare sia individualmente che con altri a rispondere a questa domanda senza giudicarsi, con onestà ed anche un po’ di spirito critico sono atteggiamenti che possono aiutare e definirsi meglio. Ci si potrà accorgere allora con maggior consapevolezza che la responsabilità avrà a che fare con aspetti economici, educativi, affettivi, formativi e relazionali e che ognuno di questi ambiti richiamerà alla necessità di avere innanzi tutto con noi stessi un atteggiamento autenticamente responsabile. Sarà proprio attraverso il richiamarsi a più profonde riflessioni in merito che si potranno esplorare nuovi territori scoprendone sfaccettature sconosciute e stimolanti. Perchè non riservarsi come coppia di genitori il tempo per discutere di come ognuno stia sentendo e vivendo il proprio ruolo di madre o padre e come questo sia intriso di idee che spesso hanno a che fare con le proprie figure genitoriali, con l’educazione ricevuta e che è necessario ed utile riformulare una idea che, pur tenendo conto delle influenze delle proprie storie personali, possa esprimere con rinnovato vigore una adesione maggiore ai bisogni ed alle realtà attuali? Certamente può rappresentare una sfida, in qualche modo potrà anche generare dei confronti accesi ma altrettanto avrà la potenzialità di accrescere un clima di reciproca crescita e consapevolezza genitoriale.Federico CarnielloPsicologo e psicoterapeuta