Coldiretti Pordenone: rischio siccità per uno dei territori più piovosi

"O piove entro 40 giorni o entriamo in una situazione a rischio per le nostre colture"

Parliamo dell’attuale lungo periodo di assenza di precipitazioni (da noi non piove da dicembre in modo generoso) con il presidente della Coldiretti, Matteo Zolin.

Purtroppo nel Pordenonese, ci fa osservare il nostro interlocutore, una delle zone storicamente più piovose della Penisola, negli ultimi dieci anni si è registrata una diminuzione drastica delle precipitazioni con immaginabili preoccupazioni e necessità di irrigazione per l’agricoltura e attività affini.

Una situazione che impone la necessità di “trattenere” l’acqua nella zona alta evitando che scorra inutilmente verso il mare. A questo scopo noi abbiamo i bacini montani di dimensioni consistenti, ma altrove (vedasi il Collio con il suo progetto pilota) si creano piccoli bacini per tutelarsi in vista di un futuro siccitoso.

Nella Bassa Pordenonese, dove i terreni sono pesanti e non lasciano pertanto scorrere via l’acqua, non si può ancora parlare di una situazione allarmante: i cereali autunno-vernini non danno segni di sofferenza, anzi hanno un aspetto molto rassicurante, mentre la buona stagione ha determinato le condizioni più favorevoli per i lavori all’aperto. In queste zone c’è solo da temere che la mancanza di pioggia si protragga per un periodo eccessivo.

Certo, se l’atteso evento piovoso avesse caratteristiche torrenziali, l’acqua potrebbe scorrere via senza scendere in profondità, ma siamo nel campo delle ipotesi.

Noi abbiamo una lunga storia di irrigazione e di monitoraggio della situazione grazie al Consorzio Cellina- Meduna. La rete irrigua che fa capo ai due corsi d’acqua presenta una linea di demarcazione lungo la Pontebbana dato che con la sua potenzialità non può arrivare oltre.

Gli impianti di irrigazione delle singole aziende sono sempre più sofisticati nel senso che garantiscono un uso dell’acqua calibrato sul tipo e sul periodo di vegetazione.

A parte queste considerazioni, resta fondamentale l’aspetto riguardante le attese piogge. Con sguardo ottimista, possiamo sperare, forti dell’esperienza del passato, nelle precipitazioni per il periodo compreso tra aprile e maggio. Con questa fiducia restiamo in attesa senza cadere in inutili  allarmismi, sicuramente fondati  altrove (ad esempio nel contermine territorio udinese). Noi non siamo ancora in uno stato di diffusa criticità. Tuttavia se per i prossimi quaranta giorni non dovessero verificarsi precipitazioni adeguate, potremmo entrare in una situazione a rischio per lo sviluppo delle nostre colture.