Cultura e Spettacoli
Per ricordare Egidio Bullesi: viaggio a Pola
A Barbana e a Pola: due giorni in aprile per ricordare il Venerabile Egidio Bullesi che morì proprio 90 anni fa, il 25 aprile 1929
Barbana e Pola saranno i luoghi ove potremo pellegrinare, invitati dal comitato sostenitore della beatificazione, i prossimi 25 e 26 aprile (giovedì e venerdì di Pasqua) nella bella memoria di un emblema della fede del popolo istriano e modello grandemente attuale di impegno ecclesiale e anche sociale: Egidio Bullesi fu un entusiasta catechista, un infaticabile esponente delle associazioni cattoliche (specie dell’Azione Cattolica), un fervente laico francescano, e anche un operaio e impiegato ricco di fedeltà ai valori di patria e famiglia nei problematici mondi dei cantieri e della Marina Militare e a contatto delle povertà del suo tempo (a Monfalcone, confratello della “San Vincenzo”, si ammalò irrimediabilmente di TBC nella sua inesausta attività verso i poveri).Abbiamo ancora in cuore l’onore solenne reso al “venerabile giovane” nell’isola di Barbana, luogo di traslazione dei suoi resti 45 anni fa (la famiglia Bullesi venne nel 1947 esule in diocesi di Concordia), nel Giubileo della Misericordia 25 aprile 2016. Mancava però il tornare a lui nella sua Pola, di cui Egidio fu figlio amabilissimo e amatissimo. Ed ecco il momento propizio: lì, giusto 90 anni fa, il 25 aprile 1929, egli raggiunse il suo buon Gesù (quanto ci credette! e quanto voleva che i suoi giovani lo credessero!). Il 25 aprile sono attese nel santuario mariano sull’isola della laguna di Grado per la solenne messa le aggregazioni laicali cui il “nostro” aderì e le associazioni degli esuli giuliano dalmati, dei marinai in congedo e del porto di Monfalcone.L’indomani, venerdì 26 aprile, è il giorno dell’atteso viaggio a Pola, con partenza in pullman da Grado.
PROGRAMMAGiovedì 25 aprile, da Pordenone a Barbana (info e adesioni, parrocchia di Ghirano: 0434 626055) – ore 8 dal parcheggio Fiera (viale Treviso) partenza verso Grado di esuli, amici e devoti pordenonesi, in pullman con la corale di Ghirano di Prata; ore 10.50, nel santuario di Barbana, messa solenne, rievocazione e omaggio all’urna del venerabile; pomeriggio, rientro visitando Grado e Aquileia; oppure – per chi prosegue l’indomani per Pola – intrattenimento a Barbana e pernottamento (su prenotazione ai frati: 0431 80453).Venerdì 26 aprile, da Grado a Pola (info e adesioni, frati minori Barbana: 0431 80453; 329 4430363) – ore 7.15, partenza in pullman (dall’imbarcadero per Barbana); raccolta pellegrini a Fossalon, Monfalcone-Marcelliana, Trieste-Monte Grisa, qui con visita alle memorie della fede del popolo dell’esodo che il tempio conserva (per lo zelo del pordenonese p. Luigi Moro); ore 11, arrivo a Pola ove Egidio Bullesi nacque, visse e morì; ore 11.30, messa solenne nella Cattedrale; quindi, nella sede della Comunità degli Italiani, incontro con le autorità comunali e i connazionali della città e pranzo; dopo la visita guidata del centro storico e dell’arena romana, preghiera mariana nel santuario polese di Siana e visita opzionale al duomo di Dignano d’Istria e ai suoi Corpi santi; rientro a Grado.Egidio, nelle lettere dalla lunga leva militare sulla nave “Dante Alighieri”, scrisse: “Sospiro che potrò venire a Pola … La lontananza dalla mia città che mi è diletta, anziché turbarmi, mi fa sentire la dolcezza della rinuncia, del sacrificio e dell’abbandono alla volontà del Signore”. È con gli stessi suoi sentimenti che vi andremo anche noi, chiedendo a lui che la benedica, cioè interceda il bene della sua città (70.000 abitanti) oggi. A Egidio Bullesi saranno associati due altri suoi figli in causa di beatificazione, grazie alla pubblicazione “I Venerabili di Pola” uscita in questi giorni del ricordo e curata da Maria Rita Cosliani, esule da Pola e incaricata degli eventi Egidio90°: si tratta di suor Tarsilla Osti (1895-1958) e mons. Marcello Labor (1890-1954), simboli anch’essi della fede di una città antichissima per la civiltà romana – Pietas Julia – e per l’annuncio del credo cristiano (sede cattedrale dal sec. VI, poi unita a Parenzo, e luogo d’origine di altri antichi martiri e santi). Essa vive sempre nel cuore degli italiani che da lì, nel 1947, dovettero andarsene in 28.000 su 31.000 allora residenti.Walter Arzaretti