Domenica 24 febraio, commento di don Renato De Zan

Come è arduo mettere in pratica le parole di Gesù: "Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica"

Lc 6,27-38In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Da’ a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio”.

Tematica liturgicaSaul perseguitò Davide e voleva ucciderlo. A Davide si presentò l’occasione di uccidere Saul, ma non lo fece e disse a Saul: “Il Signore renderà a ciascuno secondo la sua giustizia e la sua fedeltà, dal momento che oggi il Signore ti aveva messo nelle mie mani e non ho voluto stendere la mano sul consacrato del Signore”. Davide conosceva benissimo la preghiera salmica di Sal 18,26-27: “Con l’uomo buono tu sei buono, con l’uomo integro tu sei integro, con l’uomo puro tu sei puro e dal perverso non ti fai ingannare”. Davide sapeva che lo stesso atteggiamento avuto con Saul, Dio lo avrebbe avuto verso di lui. Questo principio viene dalla riflessione sapienziale d’Israele: Dio si comporta con l’uomo, allo stesso modo con cui l’uomo si comporta con gli altri. Il principio sapienziale viene ripreso da Gesù e portato a vette inimmaginabili per un rabbino ebreo. Fedele al principio secondo il quale Dio restituisce all’uomo quanto l’uomo ha fatto con gli altri (“Con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio” vangelo, Lc 6,27-38), Gesù lo rovescia completandolo: il cristiano è chiamato a comportarsi come Dio (“Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro”). Il credente ha come identità una vita di fede in continuo cammino.

Dimensione letterariaIl testo biblico di Lc 6,27-38 incomincia così: “Ma a voi che ascoltate, io dico…”. La Liturgia lo ha modificato in questo modo, evidenziando il mittente e i destinatari: “In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: – A voi che ascoltate, io dico…”). Per tutto il resto, i due testi coincidono. Si tratta di un brano che appartiene al discorso delle beatitudini di Luca (Lc 6,20-49) e si colloca immediatamente dopo i “guai”. Nei “guai” Gesù aveva elencato le persone egoiste, chiuse in se stesse. Il discepolo, invece, è chiamato ad essere aperto, amare i nemici, essere misericordioso. Il testo di Lc 6,27-38 è composto da due unità letterarie. La prima unità, Lc 6,27-35, è delimitata da una inclusione (vv. 27.35: “Amate i vostri nemici, fate del bene…”) e tocca il tema delicato dell’amore che distingue i cristiani dai pagani (cfr i vv. 32.33.34: “Anche i peccatori amano quelli che li amano” / “Anche i peccatori fanno lo stesso” / “Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto”). La seconda unità, Lc 6,36-38, sviluppa il tema della misericordia e del perdono.In ambedue le unità il testo è composto da un principio (v. 27: “Amate i vostri nemici”; v. 36: “Siate misericordiosi”), seguito da esemplificazioni (v. 29  “A chi ti percuote..”; ” A chi ti leva…” // v. 37 “Non condannate… perdonate…”) e da una motivazione (v. 32.33 “Anche i peccatori fanno lo stesso” // v. 38 “Con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi”). Il versetto finale della prima parte e quello iniziale della seconda costituiscono il centro del messaggio: il cristiano è chiamato ad imitare Dio: “La vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso”.

Riflessione biblico-liturgicaa. L’amore verso i nemici ha due anime. La prima anima, antropologica, parte da un principio: “E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro” (cfr Lc 6,31). Il credente non dà ciò che ha ricevuto dall’altro, ma dona all’altro ciò che desidererebbe ricevere. L’altra anima, quella teologica, è espressa da Giovanni: “Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo” (1Gv 4,19). Il cristiano non restituisce all’altro ciò che ha ricevuto dall’altro, ma ciò che ha ricevuto da Dio.b. La misericordia non è frutto di buonismo. Il cristiano è stato destinatario di una misericordia non meritata, secondo le regole del gioco voluto da Dio (cfr Rm 5,10: Quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo”).