Pordenone
Boccia propone un Patto per la Fabbrica
Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, presente a Pordenone per il 50° dell'Unione industriali
Un Patto per la Fabbrica con i sindacati. E’ stato questo uno dei passaggi centrali della relazione di Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, intervenuto nei giorni scorsi al Teatro Verdi alle cerimonie dedicate ai 50 anni dalla fondazione di Unindustria Pordenone. Una festa iniziata la scorsa settimana con il vérnissage della mostra sul design dei Castiglioni e proseguita con un convegno a cui, oltre a Boccia, ha partecipato anche Giuseppe Bono, presidente di Confindustria Fvg e ad di Fincantieri e conclusa con il concerto dell’Orchestra da Camera di Mantova, offerto da Unindustria. “A breve – ha precisato Boccia – avremo modo di incontrare Cgil, Cisl e Uil e di continuare questo percorso sia per aprire un dibattito sull’Europa sia per andare ad affrontare i punti determinanti di un patto sociale. Per il numero uno di viale dell’Astronomia questo Paese, “che ha al proprio interno una percezione di sé peggiore di quella avvertita all’esterno, deve compattarsi partendo dalle fabbriche e non dividersi, deve fare i conti con le proprie potenzialità e non appiattirsi sul presente: siamo la seconda manifattura d’Europa, la settima potenza del mondo, prima nell’export in tanti settori”.”Cinquant’anni vissuti insieme con la consapevolezza che qui l’industria ha rappresentato l’elemento portante dello sviluppo economico, sociale e culturale”: è stato questo l’esordio dell’intervento del presidente di Unindustria Pordenone, Michelangelo Agrusti. “I nostri imprenditori – ha proseguito il presidente – hanno dimostrato anche in questi anni difficili in cui uno tsunami ha colpito l’economia di buona parte del mondo, di avere forza, intelligenza e coraggio. Hanno dimostrato di voler partecipare allo sforzo collettivo per far sì che questa terra di imprese, avesse anche scuole di qualità, una sanità di eccellenza, una cultura diffusa e per tutti”.Secondo Giuseppe Bono: “Il Paese non dispone più di grandi strutture, quelle che elaboravano politica, impresa, progetti. A questo Paese serve un cambiamento di cultura profondo, una rivoluzione culturale, occorrono classi dirigenti capaci di competere con tutto il pianeta, dobbiamo formare i nostri giovani a essere cittadini del mondo affinché l’Italia non perda terreno e non si disperda ciò che abbiamo costruito dopo la Guerra. Ciò che manca oggi è la visione del futuro”.Sul piano locale, il direttore di Unindustria Pordenone, Paolo Candotti ha rilevato che “dopo i dieci lunghi anni della grande crisi, questo territorio è pronto per le nuove sfide, è la sesta provincia italiana per il peso sul Pil con un tasso di disoccupazione intorno al 5%. Oggi, quale augurio per i prossimi 50 anni, possiamo affermare che l’Unione è e sarà sempre la nostra forza”.Maurizio Pertegato