Commento al Vangelo
Avvento: valutazione sapiente del contingente e ricerca del trascendente
Dopo il sec. VIII, quando il tempo di Avvento cominciava a prendere forma, le comunità cristiane scelsero tre figure bibliche che facessero da guida lungo il tempo liturgico dell’attesa: Isaia, Giovanni Battista, Maria Vergine
Lc 3,1-6Nell’anno decimoquinto dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Tematica biblico-liturgicaDopo il sec. VIII, quando il tempo di Avvento cominciava a prendere forma, le comunità cristiane scelsero tre figure bibliche che facessero da guida lungo il tempo liturgico dell’attesa: Isaia, Giovanni Battista, Maria Vergine. Domenica scorsa la prima lettura era tratta da Isaia. In questa domenica e nella prossima verranno letti due brani di vangelo in cui il protagonista è Giovanni Battista. Nella quarta domenica il Vangelo ci presenterà Maria Vergine. Si tratta di figure che a diverso titolo hanno avuto il compito di “preparare la via al Signore” in mezzo al popolo ebraico. In mezzo al popolo cristiano essi rinnovano il loro compito sia per guidare il popolo di Dio all’accoglienza del Mistero dell’Incarnazione nella celebrazione liturgica, sia per accompagnare la Chiesa all’incontro con il Signore che viene per la fine (Parusia). In questa domenica, Giovanni Battista (vangelo, Lc 3,1-6) riprende la profezia di Isaia (Is 40,3-5) e invita la comunità a preparare la via del Signore. La comunità orante, consapevole della propria responsabilità, si lascia ispirare dalle parole di Baruc (prima lettura, Bar 5,1-9) e chiede a Dio, nella petizione della Colletta propria: “Raddrizza nei nostri cuori i tuoi sentieri, spiana le alture della superbia, e preparaci a celebrare con fede ardente la venuta del nostro salvatore, Gesù Cristo tuo Figlio”.Comparando il vangelo, dove il Battista dice agli uomini di preparare la via del Signore, con la prima lettura, dove il profeta Baruc dice che la strada la prepara il Signore, c’è da chiedersi come stanno le cose? Si tratta di un’azione sinergica, dove la grazia di Dio e la risposta volenterosa dell’uomo collaborano per ottenere lo stesso obiettivo. Questa comunione operosa è invocata dall’assemblea celebrante nella seconda petizione della Colletta generale, chiede questa sapienza: “La sapienza che viene dal cielo ci guidi alla comunione con il Cristo, nostro Salvatore”.
Dimensione letterariaIl testo biblico e il testo biblico-liturgico del Vangelo (Lc 3,1-6) sono identici. Si tratta del brano che, prima della stesura definitiva dell’opera lucana, costituiva probabilmente l’inizio del terzo vangelo. Secondo molti studiosi, dunque, il vangelo di Luca incominciava con Lc 1,1-4 e proseguiva immediatamente con Lc 3,1-6. Il testo di Lc 1,5-2,52 sarebbe una aggiunta (vangelo dell’infanzia) fatta prima della pubblicazione definitiva del testo. Il testo di Lc 3,1-6 si divide in tre momenti. Nel primo (Lc 3,1-2) l’autore sacro presenta il quadro storico in cui Giovanni ha iniziato la sua missione profetica di precursore: quadro politico (imperatore, governatori, procuratori) e quadro religioso (il pontificato di Anna e Caifa). Nel secondo momento (Lc 3,3) viene offerto un sommario dell’attività del precursore. Nel terzo (Lc 3,4-6), infine, l’autore sacro evidenzia come l’attività del Battista corrisponda a quanto era stato profetizzato da Is 40,3-5.
Riflessione biblico-liturgicaa. L’evangelista colloca Giovanni Battista e la sua missione in un quadro storico molto preciso. L’intenzione è chiara: il lettore del vangelo sa che sta leggendo degli avvenimenti accaduti e non dei “miti” religiosi.b. Luca considera l’opera del Battista come l’adempimento di quanto aveva scritto il Deutero-Isaia. Luca legge il testo del profeta non secondo il criterio storico (il Deutero-Isaia stava parlando della via sacra che gli esuli percorreranno per uscire da Babilonia e ritornare in Palestina nel 538 a.C.), ma secondo il “midrash pèsher” (ricerca dell’adempimento): il brano profetico non si è esaurito nella fine dell’esilio, mal’adempimento diventa simbolo-profezia di un nuovo e pieno (missione del Battista)c, Il testo della seconda lettura (Fil 1,4-6.8-11) è tratto dal ringraziamento, che Paolo scrive all’inizio di ogni sua lettera. La Liturgia ha tolto il versetto v. 7 perché è legato alla situazione di Paolo: è in prigione. Questa informazione è superflua in rapporto alla celebrazione liturgica. La tematica che interessa in modo particolare si trova verso la fine del brano, lì dove l’Apostolo prega per i Filippesi. L’agape, e non la Legge, deve far da guida. La conoscenza e il discernimento circa ciò che bisogna essere e ciò che bisogna fare per trovarsi integri e irreprensibili per il giorno del Signore, scaturisce dall’agape. In quel giorno, il Signore Gesù potrà trovare i credenti ricchi di quella giustizia che salva e che è, a sua volta, dono di Cristo.