Xenia; migranti di oggi e dell’antichità

Xenia: lo straniero secondo gli antichi. Ma xenia è anche l'ospitalità. Come raccontavano l'ospite inatteso Omero ed Eschilo? Tre esperti lo raccontano alle 11 di oggi, 19 settembre

  Sempre il 19, primo giorno del festival, alle ore 11 nel Palazzo della Provincia si parla di “Xenia”. Chi ha detto che i migranti sono solo una questione di oggi? E, se è vero che i classici hanno sempre qualcosa da insegnare, ecco l’incontro: “Migranti, stranieri, cittadini tra i classici e il presente”. Relatori Alberto Camerotto (docente di Letteratura greca a Cà Foscari e presidente dell’Associazione Italiana di Cultura Classica di Venezia) un abitué di Pordenonelegge; Alessio Sokol (insegna latino e greco ad un liceo classico di Gorizia); Marco Fucecchi (professore associato di Lingua e letteratura latina all’Università di Udine); e Sotera Fornaro (insegna Letteratura greca all’università di Sassari, autrice di saggi su Omero).Xenia non è esattamente lo straniero, il migrante diremo oggi. La parola riassume in greco il concetto di ospitalità, ma va molto oltre: significa anche saper pensare, saper progettare, senza paure. É aprire la porta al nuovo che arriva, al diverso che arriva. Oggi la chiameremo forse accoglienza, ma viene da lontano, ne hanno fatta esperienza pure nei secoli passati. Anzi, se vogliamo, xenia è un fondamento della vita dei popoli da Omero a oggi. Cosa fecero i classici? Lo racconta Omero, lo scrive Eschilo nelle Supplici. Ci sono ripassi che fanno sempre bene (S.V.).