L'Editoriale
Scuola 2.0
Le scuole riaprono con i millennials e con qualche problema...
e scuole in questi prossimi giorni, in tutta Italia, apriranno i battenti dopo la lunga pausa estiva. C’è un dato rilevante dal punto di vista anagrafico, ma ancor più dal punto di vista simbolico: gli allievi presenti nelle scuole (eccezion fatta per i ripetenti) sono tutti nati nel terzo millennio. Un dato che ci interroga, che deve farci assumere nuove consapevolezze e responsabilità, e i primi interessati sono i nostri governati. Da quel versante, a tutt’oggi, c’è un silenzio assordante e inquietante. La scuola vive croniche deficienze strutturali, alle quali va data una risposta immediata, efficace ed efficiente. La mancanza storica di Dirigenti scolastici. In Friuli il 47% delle istituzioni scolastiche sono prive di Dirigente; altrettanto drammatica la mancanza in organico dei Direttori amministrativi, degli amministrativi e dei collaboratori scolastici. La situazione è insostenibile. Nonostante i buoni propositi, che di anno in anno sentiamo espressi dai vertici MIUR, anche quest’anno migliaia saranno le cattedre senza titolare. Oltre a questo sul tappeto vi è il problema delle modalità di assunzione dei futuri docenti e del personale della scuola. Sono sufficienti titoli ed esami? O si potrebbe/dovrebbe verificare e valutare nei candidati all’insegnamento il possesso di sensibilità, attitudini, competenze proprie di un compito così delicato e così significativo per il futuro del nostro Paese? Di tutto questo, ogni tanto, c’è qualche lieve sussulto ma non di più. Sotto gli occhi di tutti c’è la realtà delle strutture scolastiche o insufficienti o addirittura impraticabili; ogni anno la cronaca registra crolli, criticità, inadempienze tali da mettere in serio pericolo le persone presenti negli edifici scolastici. Questo lungo eppur parziale elenco non può esaurire il discorso sulla scuola. Da anni si pone il grande tema dell’educare, dei soggetti interessati, delle alleanze educative e delle tante fatiche e solitudini che i nostri ragazzi e ragazze sono chiamati a rielaborare, molto spesso da soli e con esiti talvolta poco felici. Ricordo che nell’anno appena terminato ci sono state nelle scuole italiane ben 35 aggressioni verso docenti e dirigenti da parte di genitori e allievi. Non sono fatti isolati, il lor ripetersi è un forte campanello d’allarme. Sembra venga meno il possesso dei fondativi dell’educare da parte di molti adulti. Vi è la necessità di avviare scuole genitoriali per accompagnare le famiglie in questo difficile e faticoso compito, seppur esaltante. A questa tematica si affianca un’altra grave criticità, che vede particolarmente investito il nostro territorio, tra i più colpiti in Italia. In un incontro in Prefettura venivano comunicati ai Dirigenti scolastici i dati riguardanti l’uso di stupefacenti nel pordenonese: ben il 40% degli allievi è coinvolto. Il fenomeno sta purtroppo lambendo anche fasce di studenti giovanissimi. Rispetto a questo problema si registra un ulteriore silenzio assordante da parte della società civile, fatto salvo nobili ed isolate eccezioni. Può mai l’esistenza di un adolescente chiudersi nella ricerca e nell’uso di sostanze, estraniandosi così dalla vita, dalle responsabilità, dalla realizzazione di un progetto bello e significativo? Come padri nella scuola, nella famiglia, nella società dobbiamo essere sempre più capaci di narrare sogni, visoni alte per abilitare le nuove generazioni a giocare se stesse, ad affrontare ardue vette, a costruire il bello, il buono e il vero per l’uomo e la donna d’oggi e di domani. A tutti buon anno scolastico.