M: un libro, una ricerca un nome ancora difficile da pronunciare

Un romanzo nato da cinque anni di ricerche storiche, fondato su documenti, volto a ricostruire una pagina ancora difficile da trattare della nostra storia. Così difficile che basta l'iniziale ad intendere il protagonista: questo è M(ussolini) di Antonio Scurati, presentato al Verdi sabato 22 settembre. Uno degli eventi clou della festa del libro con gli autori, come dell'editoria del momento.

La nostra è una Costituzione antifascista, nata come risposta e rifiuto a una particolare fase della storia italiana segnata da un governo autoritario e antiliberale. Questo è il principio su cui è basata la nostra storia dal secondo dopoguerra in poi, questa è l’eredità più grande e pregnante. Tanto pregnante che, come ha fatto notare ironicamente Paolo Mieli (presente a Pordenonelegge con un incontro sulla Oriana Falalci e la libertà di stampa), a volte porta alla manipolazione di ciò che è stato, al rifiuto, giungendo perfino a far passare i fascisti per un gruppo neanche troppo numeroso di sbandati che, misteriosamente, sono riusciti a governare il Paese per vent’anni nell’insofferenza generale. Un’idea erronea e storicamente sbagliata che non aiuta a comprendere appieno né il fenomeno né la sua pericolosità.

Antonio Scurati nel suo romanzo “M il figlio del secolo” si propone di raccontare l’ascesa al potere assolutamente non scontata di Mussolini dal 1919 al 1925, dalla sconfitta alle prime elezioni del dopoguerra al delitto Matteotti. L’autore stesso nel suo intervento a Pordenonelegge (sabato 22 settembre) ha sottolineato l’importanza storica dell’opera in cui ogni fatto, ogni dettaglio, ogni dialogo è documentato da fonti attendibili al fine di ricostruire la situazione politica e sociale dell’epoca dal punto di vista dei suoi protagonisti.

La finalità non è dunque soltanto quella di raccontare la figura di Mussolini attraverso un’immagine viva e priva di preconcetti, in ogni sua contraddizione, debolezza o trionfo, ma anche quella di immergere l’uomo nel contesto, nel secolo in cui è vissuto. Così facendo anche tutti i grandi protagonisti della prima metà del Novecento – da D’Annunzio a Matteotti – si fanno coprotagonisti del romanzo, ne sorreggono le fila e conducono il lettore attraverso il periodo più buio e a suo modo affascinante della storia italiana. È proprio così che si è concluso l’incontro, sottolineando il fascino misterioso che ancora oggi aleggia su questo breve ma incisivo squarcio di storia. Sarebbe potuta andare diversamente per l’Italia di allora? Forse sì, ma questa è un’altra Storia…

Lucrezia Scarpa