Attualità
Nuve emergenze, l’appello di Caritas
Il recente alluvione in India, il terremoto in Indonesia e la siccità in Africa che mette a rischio la vita di 6 milioni di persone. Caritas lancia un appello per aiutare le popolazioni fortemente colpite da questi ultimi eventi.
Un nuovo allarme carestia è stato lanciato dalle agenzie dell’ONU, da esponenti delle Chiese locali e dalla rete internazionale della Caritas per la regione del Sahel colpita da una perdurante siccità unita, in alcune zone, a instabilità politica e conflitti. Oltre 6 milioni di persone stanno lottando per soddisfare le loro esigenze alimentari quotidiane in una vasta area che va dal Senegal sino al Ciad passando per Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger, Camerun. La grave malnutrizione minaccia la vita di 1,6 milioni di bambini.Il Sahel è una delle regioni al mondo che subisce maggiormente l’innalzamento delle temperature dovute ai cambiamenti climatici: la riduzione dei raccolti, la morte degli animali, l’aumento dei prezzi del cibo, divengono fattori di crisi nella misura in cui la popolazione, dedita per lo più all’agricoltura e alla pastorizia, non ha le risorse necessarie a farvi fronte. A ciò si aggiungono le numerose situazioni di conflitto armato e instabilità presenti nella regione che colpiscono principalmente la popolazione civile. Le Caritas del Sahel, da anni impegnate in programmi per rafforzare la resilienza delle comunità, si sono prontamente attivate con interventi che mettono insieme l’assistenza umanitaria con il contrasto alle cause della crisi. Gli interventi si concentrano nel settore della sicurezza alimentare e nutrizionale con azioni di diversa tipologia a seconda dei contesti, in particolare: distribuzione di voucher per l’acquisto di generi alimentari in favore di nuclei familiari in difficoltà in Burkina Faso; fornitura di attrezzi e altro materiale utile a ripristinare attività generatrici di reddito che garantiscano alle famiglie un’entrata economica stabile in Niger; iniziative per creare sistemi di informazione e allerta sull’andamento del clima e delle precipitazioni, in Mauritania.Caritas Italiana, da anni impegnata nel Sahel, ha effettuato un primo stanziamento a supporto degli interventi delle Caritas dell’area, in particolare Burkina Faso, Niger, Mauritania, Senegal e Camerun. Caritas Italiana rilancia l’appello alle comunità cristiane e alle persone di buona volontà per un aiuto concreto a sostegno delle popolazioni colpite da questa emergenza ed esorta i governi ad agire in fretta e anche ad avviare nuove e più efficaci politiche che agiscano sulle cause di queste crisi ricorrenti tutelando il diritto al cibo della popolazione, stabilizzando e promuovendo la pace, rafforzando la resilienza dei piccoli agricoltori e la loro partecipazione alle scelte strategiche in materia di sicurezza alimentare.
Kerala
Lo stato meridionale del Kerala, in India, è da mesi flagellato da piogge monsoniche estremamente abbondanti e di molto superiori alle medie stagionali, con un peggioramento nell’ultimo mese a causa di un territorio ormai saturo d’acqua.Dei 1.553 villaggi del Kerala, 1.287 sono stati colpiti dalle alluvioni, causando finora almeno 350 vittime, di cui 250 solo negli ultimi venticinque giorni. Alle perdite di vite umane di aggiunge l’interruzione delle vie di comunicazione e di accesso, la distruzione di abitazioni, l’inondazione di campi, il blocco delle attività produttive. Sono infatti ormai, dall’inizio della stagione delle piogge, più di duemila le abitazioni completamente distrutte e novemila quelle danneggiate. Gli sfollati, accolti in campi di accoglienza allestiti dal Governo, dalle organizzazioni non governative o ospitati presso familiari, sono almeno seicentomila. 24.000 ettari di terreno coltivabile sono andati completamente distrutti e con essi piccole e medie attività produttive.”È un disastro senza precedenti a memoria d’uomo – dice padre Paul Moonjely, direttore di Caritas India ed originario egli stesso del Kerala – e l’estensione della distruzione è sconcertante. Ciò nonostante la Chiesa, molto attiva, si è mobilitata sin dalle prime ore nel portare soccorso alle vittime e nel coordinarsi con le altre agenzie sul territorio”. Anche i rischi di epidemia stanno aumentando perché moltissimi impianti di acqua potabile sono stati contaminati, le fognature sono state sommerse e danneggiate e le malattie iniziano a diffondersi tra la popolazione nei campi. Caritas India, in coordinamento con le Caritas Diocesane dei territori colpiti, ha fornito in queste settimane cibo, riparo, acqua potabile e medicine. Le Chiese e i centri Caritas sono aperti all’accoglienza, e stanno facendo ogni sforzo di assistenza sin dalle primissime ore dell’emergenza.
Indonesia
Un terremoto di magnitudo 7.0 ha colpito domenica 5 agosto l’isola di Lombok in Indonesia, dopo un precedente sisma che aveva già danneggiato l’arcipelago indonesiano il 29 luglio. L’Indonesia è ad alta intensità di terremoti perché si trova sul cosiddetto “Anello di Fuoco”, la faglia che corre tutt’intorno all’Oceano Pacifico di cui fanno parte oltre la metà dei vulcani attivi nel mondo sul livello del mare. Sulla base degli ultimi dati della National Disaster Management Authority (BNPB), comunicati il 10 agosto, sarebbero un totale di oltre 270mila le persone sfollate, oltre mille quelle rimaste ferite, mentre purtroppo il numero delle persone che hanno perso la vita avrebbe superato le 250. Karina/Caritas Indonesia, in particolare quella della Diocesi di Denpasar (Bali), della quale l’area colpita dal terremoto fa parte, è presente sul luogo per coordinare i primi interventi. “Il nostro team – spiega Yohanes Baskoro, responsabile dei progetti di Karina/Caritas Indonesia – è sul campo dal 2 agosto, subito dopo il precedente terremoto di una settimana prima che ha colpito la stessa area”. “Dato il forte sisma e il grande bisogno – aggiunge Baskoro – la necessità è ora quella di rafforzare gli aiuti non alimentari (pale, carriole, chiodi, teloni di plastica…) dalla vicina isola di Bali: tutti questi strumenti, utilissimi in questa prima fase di emergenza, non sono reperibili a Lombok. Ciò rende più difficile e costoso l’intervento. Inoltre altri nuovi volontari sono in arrivo dalle diocesi vicine: il bisogno c’è e aumenta di ora in ora”.Il direttore di Karina/Caritas Indonesia, padre Banu Kurnianto, in visita a Lombok aggiunge: “Quello che i sopravvissuti al terremoto ora ci chiedono sono coperte e materassi dove dormire, teloni per coprire i tetti, medicine e spray antizanzare e zanzariere. Stiamo cercando di recuperarne il più possibile. Nei prossimi giorni ci aspettiamo anche di intervenire nel campo dell’igiene con la necessità di ristabilire le infrastrutture idriche e sanitarie per evitare malattie”. Per Karina/Caritas Indonesia il passo successivo sarà poi quello di “ridare alle famiglie colpite la possibilità di riavere un lavoro proprio e una fonte di reddito, in modo da ripartire ed evitare di cadere nella trappola della povertà che nel post-emergenza è uno dei pericoli peggiori per i sopravvissuti”.
Come aiutare
E’ possibile sostenere gli interventi di Caritas in diversi modi, specificando la causale di riferimento: “Siccità Sahel” – “Alluvioni India” – “Terremoto Indonesia”, quindi consegnando l’offerta presso gli uffici Caritas in via Madonna Pellegrina 11: da lunedì a venerdì 9.00-12.30 (telefono 0434 546811 e chiedere di Mara), oppure si può contribuire con un versamento sul conto della Caritas diocesana di Concordia-Pordenone presso la Banca Popolare FriulAdria Crédit Agricole IBAN IT 09 E 05336 12500 000040301561.