Da mille strade: “I giovani non sono contenitori da riempire”

Il papa e i giovani nella due giorni di Roma che apre la strada ai lavori del sinodo di ottobre

“Di fronte al rischio di una Chiesa che si chiude, che dà scandalo perché arroccata in posizioni lontane dal mondo, abbiamo fatto esperienza di una Chiesa viva”. Lo ha detto don Ivan Maffeis, sottosegretario della Conferenza episcopale italiana e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, intervenuto domenica 12 agosto “A Sua Immagine” su Rai1, commentando la messa presieduta dal presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti, in piazza San Pietro, a conclusione dell’iniziativa #SiamoQui, che ha portato a Roma 50mila ragazzi da tutta Italia per l’incontro con Papa Francesco.

 “Il cardinal Bassetti aveva chiesto al Papa un compito per tornare a casa e non disperdere il patrimonio di questa esperienza – ha evidenziato don Maffeis -. Il Papa ha risposto usando le parole di san Paolo: da una parte ha chiesto di evitare il male, di cadere nelle tentazioni, ma con grande realismo ha anche fatto capire che la vita cristiana non è semplicemente un non fare, ma un costruire. Quindi, il cristiano è chiamato a scendere in campo e a costruire rapporti di fraternità, di condivisione e di gioia che nascono da un’appartenenza evangelica vissuta”.

Don Maffeis ha poi sottolineato come “i giovani per Papa Francesco rappresentano non semplicemente dei destinatari, dei contenitori da riempire, ma degli interlocutori da prendere sul serio, di cui farsi carico. E quindi da accogliere anche nelle loro domande profonde, nelle critiche, nelle attese”. Secondo il direttore dell’Ufficio Cei per le comunicazioni sociali, “la capacità di ascolto del Papa nei confronti dei giovani lo rende un riferimento autorevole, credibile, per loro. Per cui si fidano anche quando indica strade impegnative, esigenti, quando indica la via del Vangelo come via di vita”. “Papa Francesco è una persona credibile – ha aggiunto -, perché dietro le parole c’è la testimonianza”.

Guardando al prossimo Sinodo, dedicato ai giovani, don Maffeis ha affermato che “l’entusiasmo consegnato dai giovani al Papa e la missione che il Papa affida ai giovani impegnano il Sinodo a non essere una formalità”. “Diventa necessario per i vescovi non tanto parlare dei giovani ma mettersi in loro ascolto e anche nei loro panni”.