Lo Psicologo
Come usare il tempo delle vacanze
Approfittiamone per stare con i nostri cari, con la nostra famiglia in un modo diverso
C’era una volta una bambina di nome Anita che viveva con i suoi genitori in città. Un giorno i suoi genitori, stanchi della loro vita frenetica, decisero di farsi una vacanza nella tranquilla casa in montagna, ma Anita, non abituata alla tranquillità, non voleva proprio andarci e piangendo si addormentò abbandonandosi ai sogni. Improvvisamente la bambina si ritrovò in giro per il paesino di montagna dove notò uno cupo chalet pieno di gracchianti corvi e una donna con una corona in testa, che ordinava acida di entrare nello chalet a una lunga fila di bambini dall’aria triste! Anita si avvicinò e chiese ad un bambino che intimorito bisbigliò: “É la Regina Desolata, ama la solitudine, vuole trasformare tutto in un paese fantasma tenendoci prigionieri nel suo chalet! Non possiamo giocare, non possiamo essere bambini!”Allora Anita le canticchiò :”Oh mia cara e triste Regina, quali sono i tuoi ricordi da bambina? Quale gioco ti piaceva più fare? Oh signora cupa e severa, ma la tua mamma durante i giochi con te c’era?” La Regina scoppiò in un lungo pianto liberatorio: “Avrei voluto tanto giocare con mia madre come facevano tutti i bambini, ma doveva rispettare le regole del Regno controllata dai ministri che ci divisero, secondo loro disturbavo la Regina, ma era la mia mamma! E così sono cresciuta qui da sola, odiando il gioco, l’allegria, i bambini!”. Mentre parlava la Regina si trasformò in una bellissima signora e ordinò agli usignoli di liberare Anita e i bambini e poi le si avvicinò ringraziandola per averle aperto il cuore. Il mattino seguente Anita si svegliò di buon umore capendo che la storia della Regina fu un sogno, dal quale però imparò la bellezza dello stare insieme con la propria famiglia aldilà del posto in cui ci si ritrova. Questa breve favola ci mostra uno dei valori del tempo delle vacanze. Il valore dello stare con i nostri cari, con la nostra famiglia in un modo diverso, con opportunità maggiori di conoscersi e trascorrere il tempo in un clima di condivisione di aspettative e bisogni comuni: i figli non vanno a scuola, le quotidiane consuetudini subiscono variazioni necessarie, la stanchezza di un anno di lavoro o di studio si fa sentire, il bisogno di una pausa preme per essere soddisfatto. L’etimologia stessa della parola “vacanza” rimanda alla “mancanza” quindi l’ assenza, l’essere senza impegni, sgombro, liberi di agire secondo desiderio. E’ un frangente prezioso per cogliere l’opportunità di godere di uno spazio e di un tempo in cui i significati soggettivi dello stare insieme si fondono in una esperienza famigliare comune densa di episodi da ricordare, profumi da assaporare e momenti da vivere. Come ha imparato Anita, non è il luogo a determinare il successo o la bellezza della vacanza quanto la disponibilità di fare di quel luogo il posto dove investire nelle relazioni a noi più care con uno spirito libero dai condizionamenti della consuetudine. Per questo: buona vacanza a tutti.
Federico CarnielloPsicologo e psicoterapeutaConsultorio Noncello