Veneto Orientale: produzione in ripresa

Il settore apistico nel Veneto Orientale si sta riprendendo dopo due anni di attività poco produttive. A dichiararlo è Luigi Dal Moro, presidente dell’Associazione Produttori Apistici del Veneto Orientale (A.P.A.V.O.).

  “La produzione di miele nel nostro territorio – afferma – è aumentata rispetto a due anni fa, ma è diminuita del 50% rispetto a 10 anni or sono, quando il settore godeva di ottimi risultati. La nostra associazione comprende circa 60 apicoltori sparsi in tutta l’area del Veneto Orientale; la maggior parte sono persone anziane, i giovani sono davvero pochi. Sono quasi tutti esperti nel settore e si impegnano affinché ci siano le condizioni adatte alla produzione del miele con un continuo lavoro di pulizia e cura dell’alveare e la selezione delle piante. Nella nostra area prediligiamo il miele di acacia, tiglio e mille fiori”.Coltivare sciami non è semplice: gli apicoltori, infatti, hanno a che fare costantemente con tutti i nemici che ostacolano il lavoro delle api.”Il principale parassita è la varroa – spiega Luigi Dal Moro – un acaro parassita, una specie di pulce, che si attacca al corpo dell’ape e la indebolisce succhiandole il sangue. Una grande infestazione di acari porta alla morte della colonia: questo può accadere da fine autunno a inizio primavera. A minacciare le api, inoltre, vi sono la vespa velutina e un insetto proveniente dal Medio Oriente che, se si attaccano all’alveare, lo distruggono in breve tempo. I rischi derivano anche dai pesticidi che vengono utilizzati in agricoltura. I nostri insetti si avvelenano prelevando il nettare dall’erba che è stata contaminata nel momento della sua fioritura. Le api infette così non rientrano più all’alveare per andare a morire altrove. Ultimamente questo fenomeno avviene meno spesso in quanto gli agricoltori tendono ad utilizzare meno veleni. Sulla produzione del miele influiscono molto anche le condizioni meteorologiche: le api infatti producono meno sia se ha piovuto troppo sia se c’è siccità. Il clima – conclude Dal Moro -, è un fattore importante anche nel periodo della sciamatura delle api (riproduzione della specie, ndr), ossia la primavera. Quest’anno hanno sciamato poco ma, nonostante questo, la produzione è stata soddisfacente”.Vincenzo Zollo