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Lo Psicologo

Come proteggere i bambini

4 Luglio 2018 - 00:00
di Federico Carniello

Un’analisi alla luce dei recenti episodi accaduti oltre Oceano sulla base anche di quanto affeermano diverse convenzioni internazionali

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      educazione del fanciullo deve avere come finalita?: preparare il fanciullo ad assumere le responsabilita? della vita in una societa? libera, in uno spirito di comprensione, di pace, di tolleranza, di uguaglianza tra i sessi e di amicizia tra tutti i popoli e gruppi etnici, nazionali e religiosi e delle persone di origine autoctona.” (Convenzione Dei Diritti dell’Infanzia)E’ di questi giorni la notizia di alcuni bambini e ragazzi separati dai genitori e rinchiusi in celle più simili a gabbie che a stanze protette ai confini tra Messico e Stati Uniti d’America. Molti di noi hanno avuto la possibilità di vedere delle immagini a riguardo trasmesse dai vari telegiornali o su internet. Non mi occuperò degli aspetti politici, non è di mia competenza. Mi pare invece quasi doveroso porre innanzi tutto a me stesso un quesito che giro a tutti voi: quante volte pensiamo ai bambini come davvero a coloro che avranno in mano il futuro di adesso ed il presente di domani? In altri termini, siamo sufficientemente attenti a pensare alle prossime generazioni? La sentiamo la responsabilità di proteggere la loro crescita? Ci chiediamo che cosa possa rappresentare per loro vivere determinate condizioni e come queste incidano sul loro modo di interpretare la realtà? Se ci rispondiamo di sì, in nome di che cosa allora, come comunità degli adulti, ci prendiamo il diritto di compiere o sostenere atti come quello accaduto in America che con evidenza testimoniano la totale sottovalutazione dei bisogni dell’infanzia? E’ una questione di onestà con noi stessi: le due cose non stanno insieme. O pensiamo che il valore primario da proteggere sia quello dei nostri figli e non il mio od il tuo ma tutti i figli in quanto tali o, una volta per tutte, smettiamo di riempirci la bocca di attenzioni e riguardi per loro ed ammettiamo che siamo disposti a metterli da parte, a pensare che di volta in volta c’è qualcosa di più importante che deve essere considerato e che può giustificare la sofferenza che procureremo loro assolvendo noi stessi rispetto all’aver abdicato al dovere di provare a crescere una generazione fiduciosa dell’altro, dell’adulto come luogo rassicurante ed amico.I Consultori ed i Tribunali sono pieni di di bambini sullo sfondo e mai in primo piano. I bambini hanno bisogno per il loro sviluppo (ed è un bisogno come quello di mangiare e bere) di poter contare su figure genitoriali e di adulti protettivi, stimolanti e rispettosi. Sentire che si è oggetto di attenzione e rispetto è una esperienza che si inscrive dentro la mente ed il corpo di chi la vive. E’ la base della costituzione del senso di fiducia nell’altro, della protezione dal senso di solitudine individuale, del desiderio di investire ed essere nel mondo.E’ compito di tutta la comunità degli adulti quantomeno pensare a queste cose con serietà e senso di responsabilità. Interrogare profondamente noi stessi sia come singoli individui che come genitori (e siamo in ogni caso genitori delle prossime generazioni) su temi di così grande portata è condizione indispensabile per rinnovare una percezione di maggior consapevolezza, di conoscenza approfondita delle cose e quindi di una maggiore presenza con noi stessi.Federico CarnielloPsciologo e psicoterapeuta

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