Carta di Pordenone: disparità nel mondo del lavoro

Chiara Cristini: “Lavoratrici ancora oggi svantaggiate per numero, qualifica, retribuzione”

Per la Consigliera di parità essere parte di Carta di Pordenone significa promuovere una corretta rappresentazione di genere nel mercato del lavoro partendo…dai numeri. Che per le donne non sono “rosei”. “Monitorando gli indicatori statistici – spiega la stessa – si può misurare la distanza da coprire per raggiungere le pari opportunità tra uomini e donne, e quali sono gli ambiti più critici”. Per esempio, il tasso di occupazione maschile riferito all’età 15-64 anni in regione nel 2017, era del 73,0% e quello femminile del 58,4%.

Come prendere consapevolezza dell’impatto che questi 15 punti di svantaggio possono avere sulla società? Come parlarne cercando di riconoscere e affrontare i vincoli che frenano la partecipazione delle donne al mondo del lavoro?

“Gli oltre 60 casi che ho seguito dall’inizio del mio mandato, iniziato nel 2012 e che finirà nel 2020 – continua Cristini – mi hanno aiutato a conoscere in profondità alcune delle cause che determinano vere e proprie discriminazioni. Comunicare correttamente questi aspetti significa dare peso al problema nella sua complessità e, con Carta di Pordenone, questo è possibile, perché ha favorito il confronto con molti attori-chiave del territorio e la nascita di progettualità e di idee di sviluppo attento al genere”.

Famiglia e lavoro. E’ uno dei problemi principali che stanno alla base del divario occupazionale: la conciliazione dei tempi lavorativi e familiari. I dati degli ispettorati del lavoro hanno registrato, per l’Italia, 37.738 dimissioni di neomadri per impossibilità di gestire gli orari di lavoro con quelli dei servizi, per mancanza di nonni disponibili, per difficoltà di accesso al nido. Non solo: i dati ci dicono anche che sulla decisione delle madri (e solo di una sparuta minoranza di padri) di rimanere a casa pesa anche il divario retributivo, così sta a casa chi guadagna meno.

STIPENDI L’Inps ci dice che nel 2017 in FVG lo stipendio di una donna vale il 20% in meno di un uomo. Carta di Pordenone può comunicare correttamente questo divario, e promuovere idee per migliorare la situazione.

Lo stesso vale per la sottorappresentazione di  donne nei ruoli dirigenziali. Nel settore privato, in regione, le sono appena il 15,9% del totale, ancora troppo poche per riuscire a incidere sulle culture aziendali e del lavoro.

LAUREATE Tra gli altri “numeri” che fotografano forti disparità è la scelta dei percorsi formativi: è vero che il numero di laureate è superiore a quello dei maschi (sono il 58,3% del totale in FVG), ma sono poche che scelgono gli indirizzi “stem”, orientati alla tecnologia. Le iscritte a ingegneria per esempio sono aumentate, ma non superano il 18%, anche se questi sono i profili più richiesti.

Grazie a Carta di Pordenone queste “fotografia” stanno circolando creando una nuova sensibilità, attenzione e soprattutto stanno generando idee, proposte, progetti. Un risultato importantissimo: solo informando si può creare quella consapevolezza in grado di produrre il cambiamento culturale necessario per colmare il divario di genere e garantire uno sviluppo economico sostenibile e responsabile, ricordando comunque che le donne sono oltre il 50% della popolazione regionale.