Chi fa la volontà di Dio è fratello, sorella e madre di Gesù

Gesù cambia le parentele: chi fa la volontà del Padre è fratello

Mc 2,120-35In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: “È fuori di sé”. Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: “Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni”. Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: “Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.  In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna”. Poiché dicevano: “È posseduto da uno spirito impuro”. Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: “Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano”. Ma egli rispose loro: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”. Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre”.

Tematica liturgicaNell’Antico Testamento la figura del demonio è appena tratteggiata. Qualche biblista dice che ciò è avvenuto per evitare un dualismo teologico, per evitare di mettere Dio e Satana sullo stesso piano (ciò che oggi purtroppo accade con una certa frequenza in certi cattolici). Nella Bibbia la prima comparsa si trova dietro al simbolo del serpente con Adamo ed Eva (cfr la prima lettura Gen 3,9-15). Poi, ricompare come spirito di menzogna che istilla l’inganno negli uomini (1 Re 22,21-23). È il pubblico accusatore in Giobbe (Gb 1-2). Nel Nuovo Testamento è il “principe di questo mondo” (Gv 12,31; 14.30; 16,11), ma “il principe di questo mondo è già condannato.”. Il demonio, infatti, aveva il potere sulla morte e per mezzo della morte teneva in schiavitù gli uomini (cfr Eb 2,14-15). Gesù con la sua morte e resurrezione ha distrutto il potere che satana esercitava sugli uomini per mezzo della morte perché la morte è stata sconfitta con la risurrezione. Durante la vita prepasquale di Gesù, c’è una lotta serrata tra il Maestro e Satana e tra il Maestro e i “figli del diavolo” (cfr Gv 8,44: “Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli era omicida fin da principio e non stava saldo nella verità, perché in lui non c’è verità. Quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e padre della menzogna”). Guarendo e compiendo esorcismi, Gesù riduce progressivamente il potere di Satana fino vincerlo definitivamente. Si può comprendere la valutazione assurda degli scribi di Gerusalemme: “Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni”. La risposta di Gesù, a livello logico è tremenda perché si presenta in forma bidirezionale. Se fosse vero che Gesù caccia i demoni per mezzo del principe del demonio, ciò significa che il regno del demonio è diviso e ogni regno diviso va in rovina. Se, invece, fosse vero – come di fatto lo è – che Gesù caccia il demonio per potenza propria, il Maestro dimostra di essere colui che lega l’uomo forte (Satana) e ne saccheggia la casa (libera cioè l’uomo dalla potenza sovrastante di Satana).

Dimensione letterariaTra testo biblico di Mc 2,20-35e testo biblico-liturgico non ci sono differenze, tranne che l’incipit liturgico “In quel tempo”. Il testo di Mc 2,20-35 è un brano che include in un secondo. Marco ha una preferenza per questo stile. Si ricordi Mc 5,21-43 (la risurrezione della figlia di Giàiro è il brano includente, la guarigione dell’emorroissa è il brano incluso) oppure Mc 11,12-25 (l’episodio del fico sterile è il brano includente, l’episodio dei venditori cacciati dal tempio è il brano incluso). Il brano includente sarebbe Mc 3,20-21.31-35. All’inizio dell’apostolato, il dinamismo di Gesù era così frenetico che i “suoi” (madre e fratelli) erano fortemente preoccupati per lui (Mc 3,20-21). Quando giunsero presso la casa, Gesù non li accoglie immediatamente (Mc 3,31-35), ma prima antepone ai legami famigliari i legami di fede. Il brano incluso, Mc 3,22-30, è un testo tragico. Perché Marco vuole presentare con l’artificio letterario del brano includente e del brano incluso i parenti di Gesù e i suoi acerrimi nemici, gli scribi di Gerusalemme? Ambedue, parenti e nemici, non capiscono chi sia Gesù e non capiscono la sua opera.  I parenti lo ritengono uno “fuori di sé”, gli scribi un posseduto da Beelzebùl e complice dei capi del demonio. Gesù risponde prima agli scribi e poi ai parenti.

Riflessione biblico-liturgicaa. Agli scribi Gesù dà una risposta durissima. L’argomento di Gesù costringe i suoi avversari all’angolo b. Ai parenti Gesù si rivolge con più delicatezza. Gesù apprezza l’interessamento dei suoi parenti. Non li caccia, ma trasforma il concetto di legame parentale. Il vero parente di Gesù è “chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre”.