Tumori triplo aggressivi: la ricerca del Cro di Aviano ne chiarisce i meccanismi alla base

Parla Roberta Maestro, direttore di oncogenetica. Domenica 20 maggio è la Giornata del malato oncologico

La dott.ssa Roberta Maestro, direttore dell’Unità di Oncogenetica e Oncogenomica Funzionale del CRO di Aviano, ci introduce nel percorso articolato di una importante ricerca effettuata con il suo gruppo di lavoro e della quale sono stati pubblicati di recente gli importanti risultati. L’Atlante virtuale pone le basi per accelerare l’individuazione di terapie sempre più mirate. E’ uno strumento della massima importanza, a disposizione di tutta la comunità scientifica mondiale.

L’ATLANTE VIRTUALE Il gruppo di ricerca della dott. Maestro, che si occupa dello studio dei sarcomi e dei tumori della mammella, si avvale dei dati dell’Atlante per sviluppare nuove ipotesi di lavoro e verificare, prima di effettuare gli esperimenti, la solidità delle ipotesi stesse. Un esempio di questa applicazione è una ricerca condotta recentemente dalla stessa Unità e pubblicata nella prestigiosa rivista scientifica Cell Death and Differentiation. In questo lavoro i ricercatori hanno studiato i tumori della mammella definiti “triplo negativi” ed hanno chiarito uno dei meccanismi che sta alla base della loro aggressività.

LA RICERCA Lo studio parte dalla considerazione che in questo tipo di tumori il gene p53, definito guardiano del genoma perché normalmente impedisce che la cellula acquisisca alterazioni genetiche che ne possano favorire la trasformazione neoplastica, è frequentemente mutato. Hanno quindi cercato di capire come la mutazione di p53 potesse favorire l’evoluzione maligna di questi tumori ed hanno scoperto, grazie anche alla collaborazione con colleghi dell’Istituto San Raffaele di Milano e dell’Università di Leiden in Olanda, che quando p53 è mutato viene meno la produzione da parte delle cellule di una piccolissima molecola, chiamata miR30, che funziona da freno alla progressione tumorale.

In questo studio l’utilizzo dei dati depositati nel Pan Cancer Atlas è stato fondamentale perché ha permesso di valutare, prima di procedere con sperimentazioni, se c’erano effettivamente dei presupposti a sostegno dell’ipotesi scientifica che volevano dimostrare i ricercatori del CRO. Grazie infatti all’analisi dei dati depositati nella banca dati i ricercatori hanno verificato che, come loro avevano ipotizzato, effettivamente i tumori della mammella che avevano livelli ridotti di miR30 avevano la mutazione di p53 erano in genere più aggressivi dei tumori con livelli normali di miR30.

ESPERIMENTI Ovviamente la consultazione dell’Atlante è stata un passo fondamentale per procedere con maggior confidenza all’esecuzione dello studio. Fondamentale, ma preliminare perché poi è stato necessario effettuare tutta una serie di esperimenti, tutt’altro che semplici, che hanno permesso di dimostrare il meccanismo molecolare che stava alla base di questa correlazione tra aggressività e miR30.

La dedizione e l’alta professionalità del team (nella foto), ed in particolare di Valentina Damiano, Alessandra di Gennaro e Manuela Santarosa, sono state fondamentali per il successo del lavoro.

CURIOSITA’ Dovendo necessariamente dimostrare i risultati in vivo, il gruppo di ricerca ha deciso di impiegare per questi esperimenti embrioni di pesce. Per questo motivo una componente del gruppo di lavoro è andata in Olanda ad imparare questa tecnica innovativa per evitare di utilizzare i topolini.

L’Istituto di Aviano è attivo su vari fronti della ricerca: si colloca infatti fra gli Istituti più produttivi a livello nazionale. Vari gruppi lavorano su tipologie diverse di tumore con ottimi risultati. Le loro pubblicazioni trovano accoglienza nelle più autorevoli riviste internazionali.