Venerdì 27: trapianto di reni nel 40° anniversario

Prevenzione e cure: a Palazzo Gregoris si parla di trapianto di reni, nel 40° anniversario del primo intervento

Terzo appuntamento venerdì 27 aprile alle ore 18 presso il Centro Culturale di Palazzo Gregoris con il ciclo di conferenze sulla prevenzione e cura in medicina, organizzati dalla Storica Società Operaia con l’Associazione In Buona Salute. 

Titolo della conferenza “Trapianto di rene: quarant’anni di esperienza a Treviso” relatori Claudio Caldato (direttore Centro Trapianti Ospedale “Cà Foncello” Treviso), Giacomo Panarello (direttore Nefrologia e Dialisi Azienda Ospedaliera Pordenone), Giordano Chiara (già Direttore Chirurgia Generale Azienda Ospedaliera Pordenone).

 

Proprio 40 anni fa a Treviso veniva eseguito il primo trapianto di rene da donatore cadavere e contestualmente veniva istituito all’Ospedale “Ca Foncello” il Centro Trapianti Renali. Fu il secondo Centro Trapianti che si attivava nel Veneto dopo Verona e tra i primi in ambito Nazionale. Il primario Chirurgo della I Chirurgia di allora, il Prof. Tommaso Tommaseo Ponzetta allievo del Prof. Pieto Valdoni di Roma, fu l’artefice di quello straordinario evento.  Da allora il Centro Trapianti ha visto, nella costante ed attiva collaborazione tra Nefrologi e Chirurghi, la sua principale caratteristica ed il suo punto di forza. Dopo qualche anno ebbi il grande onore di entrare a far parte dell’Equipe Chirurgica del Prof. Tommaseo e da allora oltre a svolgere l’attività di Chirurgia Generale mi sono dedicato con sempre maggiore passione alla Chirurgia dei Trapianti renali tanto da essere nominato nel 2006 Responsabile della Gestione Chirurgica del Trapianti. Da quel lontano 1977 sono stati realizzati a Treviso 1500 Trapianti di rene sia da donatore cadavere che da donatore vivente. Da allora in ambito nazionale vi è stato un costante incremento dei Trapianti con Centri di Eccellenza ben riconosciuti a livello Internazionale.

Per tutti quei pazienti affetti da insufficienza renale cronica terminale il trapianto rappresenta la “terapia” sicuramente più valida ed efficace in alternativa al trattamento emodialitico che pur garantendo la sopravvivenza ti “condanna” inevitabilmente ad una vita subordinata ad una “macchina di dialisi”.

Nonostante i grandi progressi in ambito trapiantologico renale, resta sempre molto elevato il numero di persone che annualmente, per malattie renali congenite o acquisite, entrano a far parte di quella folta quota di popolazione che entra “in lista di attesa“ per trapianto.

I dati nazionali riferiti al 2017 parlano da soli: trapianti di rene eseguiti 2244, pazienti in lista di attesa per trapianto 6.600.

In base a questi dati ed in base all’assioma fondamentale che “non vi può essere trapianto senza una donazione” è logico concludere che proprio la disponibilità di ogni persona a donare rappresenta l’essenza del problema.

E se da un lato il numero delle donazioni da cadavere è aumentato solo di poco nell’ultimo decennio, dall’altro si evince che è sulla donazione “da vivente” che si deve necessariamente puntare per ridurre sempre di più il gap fra numero di trapianti e numero di persone in lista di attesa.

In tanti anni di esperienza accumulata lavorando quotidianamente a contatto con tante persone a cui il trapianto regala una nuova vita, mi sono reso conto che non vi è atto più nobile per una persona nel donare ad un proprio caro un proprio organo. È un gesto che richiede certamente coraggio, non facile da intraprendere e sta a noi Professionisti diffondere, spiegare, far capire alla popolazione, molto spesso non adeguatamente informata, l’importanza, il valore della donazione.