Allergie primaverili e no: conoscerle, difendersi

Gli allergeni più frequenti sono: acari della polvere =60%, graminacee =40%, parietaria=35%, cipresso =30%. Ce ne parla il medico di base Walter Bruni 

L’inesorabile marcia delle stagioni ha valicato questo strampalato equinozio di primavera recandoci un meteo ambiguo, più che altro piovoso, umidiccio e con temperature che sussultano.

E tu che sognavi di spassartela in una casetta piccolina in Canadà, con vasche, pesciolini e tanti fiori di lillà. Ci saresti anche andato durante uno striminzito weekend ritornando, però, con un fastidioso prurito, labbra gonfie, lacrimoni e smoccolamenti vari.

Una vacanza guastata dalla tua solita allergia, condizione sempre ricorrente nella stagione dei fiori, assai insopportabile.

ALLERGIA: CHE COS’E’ Il termine deriva dal greco allos diverso ed ergon effetto; si tratta di una alterata reazione immune per cui degli anticorpi particolari (reagine), incontrando l’allergene (acari, pollini, funghi) si legano alla superficie di cellule particolari (mastociti e basofili) scatenando il putiferio mediante la liberazione di particolari mediatori chimici (istamina e serotonina).

QUANTI NE  SOFFRONO Quante sono le persone allergiche in Italia ? Non è facile riportare numeri esatti perché una discreta percentuale non viene diagnosticata.

Secondo l’Istat sarebbero il 10.7% della popolazione mentre secondo l’OMS la prevalenza va dal 10 al 40% a seconda delle regioni e dei periodi  stagionali. In ogni caso è un numero assai elevato.

ALLERGENI PIU’ FREQUENTI Quali allergeni più frequenti? Gli acari della polvere rappresentano il 60% dei casi, le graminacee il 40%, parietaria 35%, cipresso 30%, seguono betulla, nocciolo, olivo, faggio.

Primavera, stagione dei pollini, tutto si amplifica mentre Venere, con la sua conchiglia naviga verso Cipro e Zefiro soffia a pieni polmoni. Vento e pioggia rendono preminenti le graminacee che possono raggiungere il 75% di prevalenza nel nord Italia specie in aprile e maggio.

Segue la parietaria (marzo-ottobre), più diffusa al sud, che può provocare temibili crisi asmatiche; inoltre le composite, come l’artemisia, le betullacee (gennaio-maggio), oleacee e cupressacee.

E non è tutto, perché molti soffrono anche per allergia crociata o crossreattività: chi è sensibile ai pollini può esserlo anche nei riguardi di alcuni cibi. Esiste infatti una elevata percentuale, fino al 75%, di allergia crociata tra vegetali e pollini.

Responsabili di questo disastro sono i cosiddetti panallergeni (pan = tutto), particolari proteine diffuse nel regno vegetale contro le quali il nostro sistema immunitario risponde producendo particolari anticorpi del tipo IgE.

Tre sono i gruppi più noti di allergeni: le BET v1 (birch -betulla- pollen allergen), le profilline e le LTP.

Le prime reagiscono con IgE specifiche fino al 95% dei soggetti allergici alla betulla, verso mela, pesca, ciliegia, kiwi, sedano, carote, soia, arachidi.

Invece le LTP, che resistono al calore, danno reazione crociata con le rosacee come pesca, ciliegia, mela, nocciolo, uva oltre a mais, orzo e verza.

Le profilline, infine, danno sensibilizzazione, per inalazione ma non per ingestione, verso banana, melone, anguria, pomodoro, carota e sedano.

Quali le cause del costante aumento delle allergie? Se negli anni ’70-80 gli allergici erano meno del 10% della popolazione, la causa oggi va ricercata nell’inquinamento generalizzato che favorisce flogosi delle vie bronchiali con maggiore sensibilizzazione ai pollini, oltre ai cambiamenti climatici che facilitano una fioritura anticipata e prolungata assieme all’alto tasso di umidità conseguente agli inaspettati nubifragi.

I figli di genitori allergici, poi, sono maggiormente predisposti a queste patologie, perciò vanno monitorati fin dalla giovane età con test diagnostici come il prick test o cutireazione (sarà positivo se entro 20-30’ si formerà un pomfo roseo e pruriginoso).

La terapia si avvale dei consueti antiistaminici, di antileucotrienici, cromoni e cortisonici. Senza scordare il vaccino desensibilizzante, sottocutaneo o orale, che stimola la produzione di anticorpi bloccanti gli allergeni.

Fondamentale la prevenzione: evita di uscire nelle giornate in cui si scatena Zefiro o dopo un temporale perché i pollini vengono spezzati in minuscole particelle che penetrano nelle vie aeree; se lavori in giardino indossa una mascherina, poi fatti una doccia accurata e lavati spesso i capelli, licenzia dalla tua casetta piccolina con tanti fiori di lillà, di cui sopra, ogni tappeto, tendaggio inutile o moquette dove si annidano acari e polvere difficile da rimuovere. E che non ti venga il dubbio di vivere ben inscatolato e segregato in una campana di vetro così da attirare ogni goccia di umidità tra le tue mura, invece apri le finestre e canta a squarciagola: “Che fretta c’era, maledetta primavera”.