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Il Vescovo nella comunità di Vallenoncello
Nell'ambito della visita pastorale, il Vescovo, mons. Giuseppe Pellegrini, ha incontrato la comunità parrocchiale di Vallenoncello, accompagnato da mons. Orioldo Marson. Il Vescovo ha potuto apprezzare una parrocchia cittadina che ha saputo conservare comunque una dimensione di paese, dove i rapporti umani vengono conservati "in un certo modo". Prezioso il confronto con alcune realtà come la Caritas, gli Scout e i genitori del catechismo e della scuola
Due giornate intensissime quelle del Vescovo, Mons. Giuseppe Pellegrini, nella sua Visita Pastorale alla Parrocchia dei Santi Ruperto e Leonardo di Vallenoncello. Le giornate di venerdì 16 e sabato 17 marzo scorsi sono state caratterizzate da un vivace e sereno turbinio di volti, incontri, racconti, attività e confronti. La comunità di Vallenoncello si è presentata con le sue peculiarità di “paese”, le sue contraddizioni di “quartiere”, le sue scelte pastorali nell’essere più coerentemente “Chiesa di Gesù”. Venerdì 16, ad accogliere emblematicamente il Vescovo sono stati gli anziani, in un quartiere in cui la percentuale degli ultrasettantenni (20 per cento su 2858 abitanti) è speculare a quella di bambini e giovani. Gli anziani ci sono e molti sono presenti nelle Associazioni e in Parrocchia, e ci tengono a mantenere viva l’eredità della storia e delle tradizioni, le radici, che identificano ancora il “paese” sul Noncello. In mattinata Monsignor Giuseppe, accompagnato dal Parroco don Orioldo, ha incontrato anziani e persone malate e disabili nelle loro case, nella quotidianità dei vissuti, a volte davvero faticosi; ha ascoltato le storie di ciascuno con vicinanza e partecipazione. In alcuni casi ha bussato alle porte di anziani che proprio non si aspettavano la visita, come nel caso della signora Liliana che ha commentato “Quasi mi è venuto un colpo!”. E’ stata l’occasione anche di conoscere il quartiere territorialmente, nella sua particolare forma allungata, che si snoda parallelamente al fiume Noncello. Accanto agli antichi e vecchi insediamenti, svettano agglomerati recenti, case popolari, con abitanti giunti da diverse regioni d’Italia e, soprattutto, immigrati, attualmente il 10 per cento della popolazione complessiva. Monsignor Giuseppe ha potuto incontrare alcuni di loro, famiglie sia cristiane che musulmane, nel momento del pranzo di venerdì, un’occasione di condivisione e segno di vicinanza profetica. Con lo stesso spirito, ha conosciuto la peculiare storia di accoglienza della “roulotte”, che in parrocchia può ospitare fino a quattro immigrati, in attesa di diversa collocazione, garantendo una sistemazione il più possibile dignitosa e vivibile. Le famiglie della parrocchia, associatasi in “Valle solidale”, garantiscono quotidianamente i pasti. Da tempo la comunità parrocchiale si è impegnata e aperta al dialogo nei confronti delle persone residenti in difficoltà economica, molte delle quali immigrate, non solo creando occasioni di incontro, ma anche attivando forme di solidarietà concrete, organizzate e continuative, gestite dalla Caritas parrocchiale. Proprio in questo ambito, il Vescovo nel primo pomeriggio di venerdì ha partecipato al centro di ascolto durante la distribuzione delle borse spesa, raccolte grazie al contributo dei parrocchiani. E si pure intrattenuto con i volontari e i ragazzi del dopo-scuola, organizzato presso il centro parrocchiale; così come più tardi con i partecipanti al gruppo alcolisti in trattamento.Tutte le persone incontrate lungo la giornata, soprattutto gli anziani, nei limiti delle possibilità, sono state invitate alla celebrazione di venerdì alle 17.30: nell’occasione è stato possibile presentare al Vescovo anche ufficialmente la comunità di Vallenoncello, in particolare nel rapporto con i suoi anziani, le iniziative di aggregazione, il supporto alle persone sole, le attività di assistenza e aiuto nella gestione. Un deciso contributo in termini di coinvolgimento di persone anziane è dato dalle associazioni, Alpini, Avis-Aido, Gruppo Marciatori, Gruppo sportivo solo per citarne alcune, che ancora favoriscono il dialogo intergenerazionale e promuovono iniziative ed eventi spesso in collaborazione e sempre all’insegna della solidarietà.Il Vescovo ha esplicitato il suo apprezzamento nei confronti di un tessuto così ricco e così fortemente orientato all’integrazione e all’aiuto, e, attraverso le parole di Gesù, “…ogni volta che avete fatto queste cose ad uno solo di questi miei fratelli, l’avete fatto a me”, ha sottolineato la necessità di lavorare insieme con finalità comuni di supporto nei confronti delle persone più deboli, se si vuole veramente “riconoscere” Gesù. In particolare, nella preghiera ha proposto a tutti la riflessione di Papa Francesco, secondo il quale “La Chiesa non può e non vuole conformarsi ad una mentalità di insofferenza, e tanto meno di indifferenza e di disprezzo, nei confronti della vecchiaia”. Nel pomeriggio di sabato 17 Monsignor Giuseppe è stato coinvolto nelle attività del Gruppo Scout e della Catechesi. Il sagrato della Chiesa, tutti i locali della Parrocchia, compresi “tana” dei lupetti e sede del “Reparto”, sono stati riempiti da bambini e ragazzi, impegnati nella loro attività settimanale e per nulla impediti dal pomeriggio piovoso. Accompagnato da don Orioldo, rigorosamente munito di fazzolettone del Gruppo Scout ValleVilla, il Vescovo ha gioito della vitalità di tutti i partecipanti, ha cantato insieme ai gruppi e raccontato la sua storia ai campi Scout, ha risposto al fuoco incrociato delle domande dei bambini del catechismo (“Vescovo, perché non vieni più spesso?”), da quelli di seconda primaria a quelli di quinta, prossimi alla Prima Comunione; l’incontro è stato l’occasione anche di incoraggiare la dedizione di tutti gli educatori presenti, volontari preziosi per l’educazione alla fede e per l’educazione tutta. Prima della Santa Messa Monsignor Giuseppe ha potuto incontrare i genitori dei bambini della scuola primaria, riuniti per il loro incontro mensile dell’”Alfabeto della Fede”, un percorso di catechesi in quattro anni per e con i genitori, un’opportunità per tutti di ritagliare un po’ di tempo per il proprio cammino di fede, anche in relazione all’essere primi catechisti dei propri figli. Il Vescovo ha ascoltato con interesse la voce di chi, avendo consapevolezza del proprio ruolo di adulto educatore, decide, nonostante le difficoltà di organizzare tempi ed esigenze familiari, di stare insieme ad altri genitori per confrontarsi sui temi della fede e della vita.La Santa Messa presieduta dal Vescovo alle ore 18, concelebrata da don Orioldo, don Giacinto, il diacono Renato e con la presenza di don Marino, ha visto una partecipazione davvero significativa e si è svolta con la consueta attenzione per il coinvolgimento dell’assemblea e la cura per i canti della corale; al momento dell’Offertorio anche i bambini della scuola primaria, così come in tutte le domeniche di Quaresima, sono stati coinvolti nella donazione di borse spesa (portate faticosamente ma orgogliosamente all’altare dai più piccoli) per le persone bisognose. Le parole del Vescovo nell’omelia sono state soprattutto di incoraggiamento rispetto alle inevitabili fatiche della vita, personale, associativa, comunitaria; il seme che deve morire a se stesso per essere portatore di frutto ci invita a saper metabolizzare il dolore, anche con l’aiuto reciproco, per aprirci a vita nuova, ad una nuova opportunità di vita. In conclusione, Monsignor Giuseppe ha ammesso la sua soddisfazione nei confronti della vitalità della parrocchia di Vallenoncello e si augura che il “sacrificio” di lasciare spazio al suo Vicario per diventare anche Parroco di questa Parrocchia sia per don Orioldo stesso motivo di crescita e pienezza nel suo essere prete e per tutti i parrocchiani uno sprone a continuare ad operare per il meglio. Il pomeriggio si è concluso nel salone parrocchiale con la cena comunitaria preparata dagli ormai esperti, e fedelissimi, del “gruppo famiglie” che, con l’aiuto di bambini e ragazzi ai tavoli, hanno permesso a tutti (quasi un centinaio di persone) di godere della reciproca compagnia, di far festa al Vescovo e ringraziarlo per aver condiviso la gioia e le sfide dell’essere una comunità cristiana.Don Orioldo Marson