Fondo diocesano di solidarietà

Rilanciato ogni giovedì santo, durante la messa del Crisma in concattedrale San Marco alla presenza del Vescovo e di tutto il clero diocesano.

  Viene rilanciato ogni giovedì santo, quest’anno non fa eccezione. Il Fondo diocesano, avviato nel 2009 subito dopo la crisi economica del 2008, è ancora vivo ed efficace, sia per il sostegno economico erogato, sia per l’impatto sul territorio e sulle realtà parrocchiali.I referenti primi continuano ad essere i sacerdoti diocesani e in una duplice veste.Innanzitutto perché lo rendono possibile, contribuendo in prima persona alla raccolta dei fondi, attraverso l’offerta annuale di una mensilità dello stipendio. Anche quest’anno, infatti, in occasione della messa crismale del giovedì santo, il Vescovo fa appello affinché i presbiteri ascoltino il disagio di chi non ce la fa e concorrano al sostegno.In secondo luogo, perché ad essi si fa riferimento per attivare il fondo verso chi è nel bisogno: vivendo nel territorio si fanno interlocutori delle vere situazioni di disagio, le conoscono, le possono seguire nel tempo. Il tutto affinchè l’obiettivo non è una mera elargizione, ma un sostegno integrale, umano, che passa per l’attenzione e la vicinanza.Grazie a questo strumento è stato infatti possibile stare accanto a singoli e a famiglie che soffrono problematiche di carattere economico, consolidando un lavoro di squadra che vede tutti i livelli coinvolti: parrocchie, foranie, diocesi. In seguito ad ogni richiesta ascoltata, se ritenuto opportuno, si sono attivati i volontari operativi nelle varie zone della diocesi, che dopo avere documentato e definito un progetto di aiuto, hanno presentato la richiesta alla commissione della forania territorialmente competente o alla commissione centrale.

I numeri del 2017. Sono stati aiutati 97 nuclei familiari con 104 interventi. Solo in minima parte si sono sostenute persone singole; in maggioranza si è trattato di famiglie con figli a carico (spesso nuclei monogenitoriali).

Nel territorio. Per il 2017, tra i beneficiari a Pordenone sono prevalsi gli stranieri; a Portogruaro e Spilimbergo si è verificato un sostanziale equilibrio tra italiani e stranieri; nel resto della diocesi si è rilevata la netta maggioranza di italiani sostenuti. Nel complesso sono stati aiutati 46 nuclei italiani, 51 stranieri.

Un aiuto concreto. Sono stati sostenuti soprattutto costi relativi all’abitazione (utenze luce, gas e acqua, anche affitti, rate di mutuo, spese condominiali); si sono avuti diversi interventi di emergenza (per evitare sfratti e distacco di utenze, o utili al ripristino della fornitura). Tra i pagamenti sostenuti: cartelle esattoriali, specie tasse arretrate (es. bollo auto, rifiuti); mensa scolastica e spese per la formazione (tasse universitarie, iscrizione a corsi professionali o tirocini), in particolare finalizzate a favorire nuove prospettive e una futura autonomia economica.

Quanto. Gli importi erogati nel corso del 2017, sia a titolo di prestito che a fondo perduto, sono stati pari a 66.764 euro (in calo rispetto all’anno precedente).

Importi erogati per forania. Osservando le zone della diocesi, si nota una certa stabilità delle risposte di alcune foranie (Pordenone, Azzano, Maniago), e una importante diminuzione degli interventi nelle foranie di Spilimbergo e Basso Livenza, ma soprattutto nel Portogruarese.

Fondo per la speranza. Un altro strumento a disposizione della Caritas Diocesana, per rispondere alle difficoltà di tipo economico, è il Prestito della Speranza, attivato dalla Cei a livello nazionale. Prevede il credito per l’avvio di impresa (importo massimo erogabile 25.000 euro) o per esigenze di carattere personale (importo massimo 7.500 euro), e il rientro delle rate dopo un anno dall’erogazione, con tassi minimi. Nel 2016 sono stati erogati 7 prestiti, nessuno nel 2017, ma già nei primi mesi del 2018 sono due i prestiti rilasciati ed un terzo è in fase di istruttoria.