Atletica, ad agosto Marzia Caravelli diventa mamma

Al quarto mese di gravidanza, non disputerà la stagione estiva e gli Europei di Berlino

Marzia Caravelli non disputerà la stagione estiva di atletica. La notizia è ufficiale. Alla base della scelta non c’è nessun infortunio o una scelta tecnica: la pordenonese, classe 1981, azzurra ai Giochi Olimpici di Londra 2012 e Rio 2016, è in dolce attesa. Proprio così, diventerà mamma per la prima volta ad agosto ed è così costretta a saltare la parentesi outdoor e, ovviamente, anche i campionati Europei di Berlino, precedentemente obiettivo stagionale, in programma proprio ad agosto. «Per un lieto evento così sto volentieri ai box – afferma sorridendo l’atleta -. Ed è possibile che dopo la maternità rientri: adesso non mi pongo obiettivi».

Caravelli, aveva iniziato la preparazione convinta di fare bene nei 400 ostacoli e esserci a Berlino. Ora…

Ero partita alla grande, mi stavo allenando bene ed ero felice di essere tornata a Pordenone, nella mia città. Avevo preso parte anche al raduno di Formia ed ero serena: prendevo ciò che veniva. Poi… E’ successo ciò che è successo. Sono ovviamente contenta, felice.

Ha smesso di allenarsi?

No, sono al quarto mese di gravidanza e riesco ancora a fare qualcosa. Fermarsi dall’oggi al domani è impossibile per le abitudini e perché il mio corpo è quello di un’atleta professionista. L’Aeronautica, il mio club, ha ricevuto in maniera positiva la notizia e questo mi fa molto piacere. La vita è fatta anche di altre cose, non è solo atletica: ora aspettiamo di conoscere se sarà maschio o femminuccia (sorride, ndr).

Parliamo di gare: cosa avrebbe potuto fare, secondo lei, agli europei di Berlino?

Ero curiosa di vedere i risultati del completamento del lavoro sui 400 ostacoli. Ero molto fiduciosa. Vedremo cosa potrò fare in un futuro….

Non esclude che possa rientrare a gareggiare, giusto?

Da tempo ho smesso di fare dei programmi. Un figlio cambia completamente la vita e ne sono consapevole. Però non ha neppure senso porsi dei limiti. Ciò che mi preoccupa non è tanto l’organizzazione della giornata quanto come possa riprendere fisicamente. Ma vediamo. La volontà di rientrare, ora, c’è.

Andiamo oltre il momento: con quali obiettivi tornerebbe?

I Giochi di Tokyo 2020, perché no? Avrò 39 anni ma nella vita non si sa mai. Fabrizio Donato, il nostro capitano in nazionale, ha preso parte ai campionati mondiali di Birmingham nel salto triplo a 41 anni. Ci sono esempi di longevità agonistica di fronte ai quali dico: “Beh, posso farcela anch’io”. Ripeto: un passo alla volta.

Prima c’è da vivere la più grande esperienza che la vita può dare a una persona.

Alberto Bertolotto