Papa Francesco: Sono il primo iscritto alla Gmg di Panama 2019
Il Papa dalla finestra dell'Angelus e col tablet si iscrive per primo alla Gmg di Panama del prossimo gennaio 2019
Francesco all’Angelus di domenica 11 febbraio: “Ecco, mi sono iscritto come pellegrino alla Giornata mondiale della gioventù. Dobbiamo prepararci! Invito tutti i giovani del mondo a vivere con fede e con entusiasmo questo evento di grazia e di fraternità sia recandosi a Panamá, sia partecipando nelle proprie comunità”. Lo ha fatto dalla finestra da cui si affaccia all’Angelus, due giovani - bionda lei, moro lui - gli sono accanto, affacciati alla stessa finestra dello studio su piazza san Pietro.
Il ragazzo ha in mano un tablet bianco. “Oggi si aprono le iscrizioni alla Giornata mondiale della gioventù, che si svolgerà a Panama nel gennaio 2019”, dice Papa Francesco. “Anch’io adesso mi iscrivo tramite internet”. Con il dito clicca sul tablet: “Ecco, mi sono iscritto come pellegrino alla Giornata mondiale della gioventù. Dobbiamo prepararci!"
Per Francesco si tratta della terza Giornata mondiale con i giovani, dopo Rio nel luglio 2013 e Cracovia nel luglio 2016. Sarà ancora una volta nell’America che parla la sua lingua, pur ancora lontano dall’Argentina che lo ha visto sacerdote e vescovo.
L’annuncio nella Giornata mondiale del malato, memoria della Madonna di Lourdes, e Vangelo che propone un’altra guarigione, il lebbroso, compiuta da Gesù dopo l’indemoniato nella Sinagoga di Cafarnao e la suocera di Simone. Davvero strano che un lebbroso osasse avvicinarsi a Gesù, superando un’abissale distanza garantita dalla legge: il libro del Levitico lo dichiarava impuro, ne descriveva gli abiti che doveva indossare, lo obbligava a dichiararsi impuro; solo un sacerdote poteva liberarlo da questa condizione. Ma per Gesù niente è così grave e terribile da allontanare qualcuno definitivamente da Dio. E la richiesta del lebbroso – “se vuoi, puoi purificarmi” – è più di una semplice guarigione corporale; egli vuole essere reintegrato nella vita sociale e religiosa.
Così Papa Francesco ricorda che “lo stigma sociale non deve mai allontanare da chi soffre. Nessuna malattia è causa di impurità: la malattia certamente coinvolge tutta la persona, ma in nessun modo intacca o impedisce il suo rapporto con Dio. Anzi, una persona malata può essere ancora più unita a Dio”. Ciò che ci rende impuri, afferma ancora Francesco, è il peccato: “L’egoismo, la superbia, l’entrare nel mondo della corruzione, queste sono malattie del cuore da cui c’è bisogno di essere purificati, rivolgendosi a Gesù come il lebbroso: se vuoi, puoi purificarmi”.
L’11 febbraio rimanda le 251 parole pronunciate in lingua latina da Papa Benedetto, per annunciare ai cardiali riuniti in Vaticano, la sua decisione di rinunciare al Pontificato. Decisione che ha consegnato alla storia un gesto mai compiuto, liberamente e pubblicamente, da un Pontefice regnante. Decisione che Benedetto XVI ha così spiegato: “Per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato”. Da Papa aveva vissuto momenti difficili, dalle carte trafugate dal suo tavolo, al tentativo di coinvolgerlo negli scandali sulla pedofilia: “Il Signore ci ha donato tanti giorni di sole e di brezza leggera, giorni in cui la pesca è stata abbondante; vi sono stati anche momenti in cui le acque erano agitate e il vento contrario, come in tutta la storia della Chiesa, e il Signore sembrava dormire. Ma ho sempre saputo che in quella barca c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare”.
Una decisione storica: “Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso”. Da cinque anni il Papa emerito vive nel monastero in Vaticano. Oggi il vigore è diminuito. Ma Benedetto offre la sua fragilità a favore della Chiesa, come ha riportato monsignor Alfred Xuereb, che è stato suo segretario assieme a monsignor Georg Gaenswein, prefetto della Casa Pontificia.
Fabio Zavattaro
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