Domenica 7 maggio, commento di don Renato De Zan
Gesù disse a Tommaso: "Io sono la via, la verità e la vita"
Gv 14,1-12
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 1Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2 Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? 3 Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4 E del luogo dove io vado, conoscete la via». 5 Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6 Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7 Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». 8 Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9 Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? 10 Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11 Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. 12 In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».
Gesù disse a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita»
Il Testo
1. Il vangelo di Giovanni riporta il discorso di Gesù durante l’ultima cena. È molto lungo: comprende cinque capitoli (Gv 13,1-17,26). La sua composizione è stata alquanto tormentata. Prima il discorso era circoscritto in Gv 12-14. Successivamente vennero aggiunti Gv 15-16. Infine, in fase redazionale, fu inserito Gv 17. La Liturgia ha scelto come formula evangelica odierna Gv 14,1-12, l’inizio della redazione più antica, aggiungendole l’incipit che chiarisce chi è il mittente e chi siano i destinatari: “In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:”.
2. Il testo della formula è incluso dal tema della fede (Gv 14,1: “Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me” // Gv 14,12: “Chi crede in me, compirà le opere che io compio”) ed è cadenzato in tre unità narrative minori. La prima unità (Gv 14,1-4) presenta la tematica del “posto escatologico” preparato da Gesù per il discepolo. La seconda (Gv 14,5-11) illustra il tema della “via” per raggiungere il “posto escatologico”: Gesù è la via, la verità e la vita. La terza unità (Gv 14,12) annuncia la “missione del discepolo”: compiere le opere di Gesù.
L’Esegesi
1. Esaminando la struttura letteraria Gv 14,1-12, possiamo notare che è concentrica. Agli estremi troviamo due espressioni simili. In Gv 14,1 leggiamo “Abbiate fede…in me” (/a/) e in Gv 14,11.12, “Credete a me…”/ “Chi crede in me…” (/a’/). Rastremando l’attenzione, riscontriamo il tema del “conoscere”: in Gv 14,4.5 c’è l’espressione “conoscere la via” (/b/), mentre in Gv 14,7.9, “Se avete conosciuto me…” / “…Tu non mi hai conosciuto” (/b’/). Al centro, in Gv 14,6, troviamo il cuore del testo (/c/): “Io sono la via, la verità e la vita”.
2. L’esegesi moderna sottolinea la costruzione semitica della frase “Io sono la via, la verità e la vita”. “Via” e “verità” formano un’endiadi (“via della verità”), mentre la “vita” costituisce il fine del cammino. Il valore della frase di Gesù sarebbe: “Io sono la via della verità verso la vita”. Si tenga presente che comunque resta saldo che ogni elemento è sempre Gesù. Gesù è la via verso tutta la verità che c’è in Gesù ed egli è anche la vita. Tradotto in termini più semplici: solo per mezzo di Gesù possiamo conoscere (fare esperienza de) il Padre e giungere nel suo “focolare”. Questo è il fondamento.
3. Nel greco ellenistico il termine “casa” è espresso dal vocabolo “oikòs”. Gesù adopera, invece, il termine “oikìa” che vuol dire “comunità domestica, focolare”. In questa comunità domestica ognuno avrà la sua “moné”, cioè la sua “dimora”. In altre parole, nella grande casa della famiglia di Dio, ognuno avrà il suo appartamento. La grande comunità familiare con moltissimi appartamenti presenta l’immagine della grande famiglia associata al rispetto per l’individualità dei componenti.
Il Contesto Liturgico
1. La fede in Dio e in Gesù viene donata dalla Parola e dalla preghiera degli Apostoli - secondo le parole di Pietro in At 6,4: “Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola” - ma anche dalla testimonianza della carità, affidata ai sette, che la tradizione chiama diaconi (prima lettura, At 6,1-7). La seconda lettura, invece, traduce la fede dei credenti in atto di culto. Tutti i credenti (1Pt 2,7: “Onore, dunque, a voi che credete”) sono “stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo di Dio”, deputati a offrire “sacrifici spirituali”, annunciando al mondo la salvezza operata da Signore Risorto (seconda lettura, 1Pt 2,4-9).
2. La Colletta propria è una sintesi teologica della Liturgia della Parola (in modo particolare del Vangelo e della seconda lettura). Nell’amplificazione dell’invocazione ritorna l’autodefinizione di Gesù (“in Cristo, via, verità e vita, riveli a noi il tuo volto”). La complementare della petizione è composta con le espressioni della prima lettera di Pietro: “aderendo a lui, pietra viva, veniamo edificati come tempio della sua gloria”.
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