Covid, dalla Medicina del territorio all’assistenza domiciliare
Il Comitato Salute Bene Primario di Portogruaro indica dove intervenire
L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo dura ormai da oltre nove mesi, con una seconda ondata che mette ancora più a dura prova le istituzioni sanitarie e territoriali, i cittadini e le varie attività economiche. Gli effetti della pandemia sono ben visibili anche nel Portogruarese e preoccupano facendo emergere la necessità di fornire ai cittadini maggiori informazioni, supporti e servizi territoriali. A sottolinearlo è il Comitato Salute Bene Primario di Portogruaro. «Stiamo vivendo più di un’emergenza - commenta il referente Adriano Moro -, una situazione lunga, difficile e disgregante. La pandemia sta portando alla luce nuove disuguaglianze, le misure di distanziamento colpiscono maggiormente le persone più deboli e gli anziani. Le differenze di informazione e di vicinanza ai cittadini sono troppe da Comune a Comune e tra i vari servizi».
COSA FARE Secondo il Comitato sono diversi i temi davvero urgenti da affrontare in questa crisi sanitaria, a partire dalla medicina del territorio, che andrebbe rafforzata in relazione alla centralità dei medici di base a cui devono essere forniti mezzi, supporto e procedure armonizzate. Bisognerebbe rivedere l’assistenza domiciliare, favorendo l’inserimento di figure integrative di sostegno infermieristico nelle abitazioni e affrontando così anche il problema dei malati che restano a casa, molti dei quali sono anziani e soli; potenziare gli organici del personale sanitario, in particolare quello coinvolto nel percorso di screening, e il sistema di prevenzione e tracciamento. Oltre a ciò, dal Comitato ritengono necessario fornire una capillare informazione sulle misure di prevenzione e sull’accesso ai servizi, armonizzare e coordinare nel territorio misure di sostegno delle persone in disagio economico ed in povertà e, infine, aumentare gli interventi mirati, come ad esempio la consegna della spesa o di farmaci, e le attività di sostegno contro la solitudine. «È necessario soprattutto garantire e tutelare la salute e la sicurezza di tutti gli operatori sanitari - aggiunge Moro -. Lo stress e i carichi di lavoro eccezionali di queste settimane hanno conseguenze rilevanti sugli aspetti emotivi e psicologici del personale sanitario. Il rischio di stress e burn out non è da sottovalutare. È possibile prevenire i fattori di rischio con un adeguato monitoraggio. Le figure di psicologi potrebbero essere preziose nel duplice lavoro di sostegno agli operatori e di affiancamento ai pazienti ed ai familiari».
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