Due nuovi presbiteri: don Boris e don Davide
La Diocesi di Concordia-Pordenone è in festa per l'ordinazione di due nuovi sacerdoti: don Boris e don Davide. La celebrazione in cattedrale, gremita di fedeli e del clero diocesano.
Nella giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, nella cattedrale di Concordia colma di fedeli, sabato 21 aprile il vescovo Giuseppe, attorniato da un folto clero, ha ordinato presbiteri i diaconi Boris e Davide.
Il presule prima della solenne celebrazione manifestava la duplice gioia di padre. Innanzitutto perché nell’imposizione delle mani trasmetteva sacramentalmente una particolare unione con il Signore Gesù, buon Pastore, nella dimensione del ministero presbiterale; e poi perché due giovani, innamorati del Signore, si mettevano a disposizione del vangelo e della Chiesa che è in Concordia-Pordenone.
Nell’omelia idealmente continuava questa riflessione inserendo i due novelli preti in una lunga e sterminata teoria di santi pastori, che hanno segnato la bimillenaria storia della nostra diocesi. Questi due giovani presbiteri hanno davanti a loro il modello del Signore Gesù il buon Pastore, che dà la vita per le pecore. Un amore fatto di relazioni significative, che il vescovo Giuseppe riassume icasticamente con un "le conosce per nome, una per una". Lo scopo ultimo di questa relazione profonda e significativa, che può arrivare al martirio, è la pienezza di vita, è la felicità di una vita densa, significativa, dai grandi orizzonti. Nell’essere tessitori di relazioni, nel nome del Signore Gesù, lo stile del prete non è quello del ragioniere, di chi conta le ore di servizio, di chi si dedica alla missione al 50/60 percento del suo tempo; è il ministro di Dio che tiene aperta la porta di casa e del suo cuore sempre; ma non si accontenta di aspettare, va alla ricerca dell’altro, pone l’altro al centro della sua esistenza e non viceversa.
Nelle ultime battute dell’omelia il vescovo Giuseppe, con paterna preoccupazione e sollecitudine, si chiedeva perché pochi giovani siano capaci di fare un dono gratuito e totale della propria vita a favore degli altri, della Chiesa, del Vangelo. Concludeva ponendo ai giovani presenti e idealmente a tutti i giovani del nostro tempo una richiesta totalizzante: donate la vostra vita a favore del Vangelo, fidatevi del Signore Gesù, realizzatevi pienamente nel servizio ai fratelli.
Il Popolo fa proprio l’augurio rivolto dal vescovo Giuseppe ai due novelli sacerdoti: in tutta la vostra vita di preti essere segno di Gesù buon Pastore, essere altri Gesù che vivono come Lui.
Giovanni Dalla Torre, diacono
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