"La lingua virale" da un romanzo di Diego Marani
Da martedì 17 dicembre il documentario prodotto da Fondazione Pordenonelegge su soggetto di Gian Mario Villalta ispirato al romanzo di Diego Marani, ambientato a Gorizia
Da domani, martedì 17 dicembre, sarà per tutti fruibile gratuitamente, dalle 17.30 sul sito pordenonelegge.it, la produzione documentaria “La lingua virale”, realizzata da Fondazione Pordenonelegge.it con il sostegno della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, su soggetto e sceneggiature di Gian Mario Villalta, ispirata al romanzo breve “La lingua virale” dello scrittore Diego Marani, un progetto strettamente collegato ai temi della Capitale Europea della Cultura GO! 2025. Girato interamente a Gorizia, il doc mette a fuoco la tradizione linguistica di un’area di frontiera che si appresta a diventare #borderless, ovvero capace di superare i confini nelle diinamiche di convivenza quotidiana delle popolazioni da una frontiera all’altra. Riprese, montaggio e regia sono di Alessandro Pasian e Francesco Guazzoni. Sarà l’occasione per conoscere meglio Diego Marani e la sua visione intorno alle lingue come potente strumento di connessione oltre ogni confine, pur restando elemento identitario di popoli e nazioni. L’opera di Diego Marani viene restituita agli spettatori anche attraverso le letture di Davide Rossi, nella produzione che ha come set la città di Gorizia, insieme alla “gemella” Nova Gorica. La produzione, prodotta nell’ambito del Premio Letterario Friuli Venezia Giulia “Il racconto dei luoghi e del tempo”, è introdotta dal Presidente della Regione autonoma Massimiliano Fedriga, che sottolinea: «il tema della lingua ha attraversato la nostra regione e ne è elemento identitario, nella sua pluralità. Si sono parlate correntemente almeno 4 lingue tra Gorizia e Nova Gorica, che attendono nel 2025 milioni di visitatori, una ricchezza, un ponte fra popoli che è la matrice della nostra regione». Scorrono anche gli interventi dei Giurati del Premio Alberto Garlini, Valentina Gasparet e Gian Mario Villalta, che spiega «l’opera di Diego Marani contrappone le regole e le normative identitarie al libero incontro sul piano della comunicazione, schiudendo la possibilità di cogliere il contenuto di desiderio che ogni lingua fa proprio». E l’autore, Diego Marani, racconta: «la frontiera mi ha sempre intrigato, così come la questione del confine, cercare nell’altro lo specchio di sé: la tragedia della frontiera, quindi, ma anche l’opportunità, il diverso ma anche simile a sé. La reciproca diversità non deve dividere ma arricchire, le diversità e i punti di vista messi insieme sono un modo illuminato e più variegato per vivere nel mondo. Gli stati nazione sono responsabili di grandi tragedie e guerre che hanno distrutto il mondo: non possiamo distruggere quello che siamo e siamo stati, ma dobbiamo guardare al futuro con altri modelli».
Pordenonelegge domani 17 dicembre sarà intanto in “missione” a Lubiana, per un pomeriggio che promuove lo spirito transfrontaliero della Capitale europea della Cultura, nel 2025 affidata simultaneamente alle città di Nova Gorica e Gorizia. Nella sede dell’Istituto Italiano di Cultura che promuove l’evento (la centralissima sede in Breg 12, nel cuore di Lubiana), dalle 17.30 gli *Auguri di Natale in Europanto”, filo rosso di un pomeriggio di riflessioni sul senso di una Capitale europea della Cultura senza confini, a partire dall’elemento linguistico. Introdotto dalla Direttrice IIC Lubiana Verena Vittur, l’evento si aprirà, dopo il saluto delle autorità italiane e slovene, con la presentazione del libro La lingua virale (Italo Svevo edizioni) dello scrittore Diego Marani, già Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Parigi, intervistato da Gian Mario Villalta. Pagine che raccontano di una nuova lingua che si diffonde come un contagio, un virus di qua e di là dal confine tra Italia e Slovenia, ignorando regole e identità. Questo virus è appunto l’Europanto - inventato nel ’96 dallo stesso Marani - lingua libera e transnazionale, alla quale si oppongono i difensori della lingua nazionale, che vorrebbero sorvegliare strettamente i confini per arginarla.
Diego Marani è nato a Ferrara nel 1959. Interprete di formazione, è stato al servizio dell’Unione Europea, dove ha ricoperto diversi incarichi, da ultimo quale coordinatore della diplomazia culturale europea presso il Servizio europeo di azione esterna. È stato inoltre Direttore dell’Istituto italiano di cultura di Parigi. I suoi romanzi sono tradotti in più di 15 lingue. Con Nuova grammatica finlandese (2000) ha vinto il Premio Grinzane Cavour e con L’ultimo dei Vostiachi (2002) il Premio Selezione Campiello. Ha pubblicato inoltre Il compagno di scuola (Premio Cavallini 2005), Vita di Nullo (Finalista al Premio Stresa 2017) e La città celeste (2021). Il suo ultimo romanzo, L'uomo che voleva essere una minoranza è uscito nel 2022. È l’inventore della lingua-gioco Europanto, in cui ha tenuto per anni una rubrica in diversi giornali europei, collabora con Il Sole 24 Ore e tiene un blog sul sito di informazione europea eunews.it
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