28 aprile Giornata mondiale per la salute e sicurezza sul lavoro e per le vittime dell'amianto
Cgil, Cisl e Uil Veneto: "Ancora in crescita le morti sul lavoro in Veneto nei primi mesi del 2023, sempre in ritardo il censimento dei siti da bonificare dall’amianto"
I dati veneti sulla sicurezza nei luoghi di lavoro dei primi due mesi del 2023 non sono affatto buoni e, per quanto riguarda gli incidenti mortali, risultano in controtendenza rispetto all'andamento nazionale.
Si registrano nel periodo gennaio-febbraio già 12 vittime, con un aumento del 33,3% rispetto agli stessi mesi dello scorso anno (a livello italiano, invece, c'è una riduzione del 12,28%). In incremento, secondo l'Inail, anche le denunce di malattia professionale: più 28,15%.
E veniamo da un anno, il 2022, terribile: con 113 morti sul lavoro, 3.917 denunce di malattia professionale, 83.885 denunce di infortunio. Tutti numeri peggiori rispetto a quelli del 2021.
La situazione dei morti per esposizione all’amianto non è meno drammatica. L'ultimo censimento conta, nella nostra regione, 2.444 decessi tra il 1993 e il 2018. E parliamo di malattie spesso molto gravi, alcune delle quali si manifestano nei lavoratori e nelle lavoratrici anche molti anni dopo l'esposizione: motivo per cui, purtroppo, le morti sono destinate a crescere. Solo nel 2021 (dati Inail) la malattia connessa all’esposizione all’amianto è stata riconosciuta per ben 76 lavoratori e lavoratrici veneti.
«La strage prosegue e i dati continuano a peggiorare – dichiarano Silvana Fanelli (Cgil Veneto), Luca Mori (Cisl Veneto), Carlo Biasin (Uil Veneto) –, questo non è più tollerabile e deve far riflettere tutti: forze sociali, parti datoriali, istituzioni. Il piano strategico per la salute e la sicurezza, rinnovato con la Regione del Veneto, è senza dubbio uno strumento importante, a patto però che sia applicato con rigore e non rimanga, come avvenuto in precedenza, per gran parte sulla carta. In particolare per quanto riguarda il potenziamento degli organismi di controllo, in primis attraverso l'assunzione del numero adeguato di ispettori e tecnici della prevenzione. Ed è proprio dalla prevenzione a dipendere molto, un piano su cui hanno un ruolo importante le imprese, che dovrebbero considerare gli investimenti sulla sicurezza non un costo, ma un'opportunità. Il profitto non può venire prima della salute delle persone. Anche come sindacati dobbiamo fare di più, sia attraverso i nostri Rls e Rlst, che vanno sempre più formati e resi protagonisti di questa vera e propria battaglia di civiltà, che dal punto di vista vertenziale».
«Per quanto concerne, infine, il tema dell'amianto – dicono sempre i tre sindacati –, le urgenze principali sono la prosecuzione del monitoraggio sanitario e delle cure, i risarcimenti per le vittime e i loro familiari, il censimento dei siti inquinati. Sotto questo aspetto, come regione siamo ancora troppo indietro: un anno fa erano appena 1.348 i siti censiti, 796 dei quali non ancora bonificati. Per fare un paragone: in Piemonte, simile a noi per la dimensione e le caratteristiche del sistema produttivo, i siti censiti sono 60.751».
«Su tutti questi aspetti – concludono –, nella Giornata mondiale per la salute e sicurezza sul lavoro e delle vittime dell'amianto, rilanciamo il nostro impegno in favore delle lavoratrici e dei lavoratori, che non possono rischiare la vita per guadagnarsi da vivere».
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