A4: il tappo della mancata terza corsia e il traffico tornato pre Covid impennate di incidenti
Conseguenze molto gravi nella circolazione di persone e merci. Viabilità in tilt per ore: come il caso apice del 28 ottobre con se incidenti a raffica nello stesso tratto di autostrada che ha paralizzato per ore il Veneto Orientale.
Nel 2021 il traffico pesante è già ai livelli del 2019 e nel 2022 la autostrada Venezia-Trieste potrebbe raggiungere il nuovo massimo di percorrenze". Lo evidenzia, mediante un comunicato stampa, la Fondazione Think Tank Nord Est, un soggetto che elabora idee, proposte e progettazioni al servizio del territorio, animando il dibattito sullo sviluppo delle attività delle imprese. La Fondazione conclude chiedendo di "anticipare il completamento della terza corsia".
"Il traffico sulla Venezia-Trieste è di nuovo molto intenso ed i mezzi pesanti sono già tornati ai livelli del 2019" sottolinea Antonio Ferrarelli, presidente della stessa Fondazione, che ricorda come ciò abbia contribuito al verificarsi di gravi incidenti, soprattutto tra Portogruaro e San Donà di Piave, dove manca ancora la terza corsia. "Nei prossimi mesi - aggiunge - con la ripresa dell’economia, i flussi lungo l’autostrada sono destinati ad aumentare, creando il rischio di un ulteriore tributo di morti e feriti, ma anche di disagi sulla viabilità locale, per la popolazione e le imprese del Veneto Orientale". La conclusione del presidente Ferrarelli è netta: "Per la Venezia-Trieste si deve anticipare il completamento della terza perché la sicurezza di automobilisti e camionisti non può più attendere."
TRANSITI PESANTI
La Fondazione Think Tank Nord Est sottolinea che le previsioni di crescita del Pil fanno ben sperare per il rilancio dell’economia post-covid, cui si accompagna una decisa intensificazione del traffico su strade e autostrade. E’ soprattutto l’incremento dei transiti pesanti che rischia di creare incidenti e disagi, come spesso si è verificato lungo la A4 Venezia-Trieste, dove le percorrenze dei tir nel 2021 sono tornate ai livelli del 2019.
La Fondazione ha elaborato alcune previsioni sui volumi di traffico pesante attesi lungo le tratte di competenza di Autovie Venete, in particolare la Venezia-Trieste.
La Fondazione ha considerato due scenari, costruiti a partire dalle previsioni sul Pil del Fondo Monetario Internazionale: il livello di traffico, infatti, è fortemente correlato con l’andamento dell’economia.
Una prima ipotesi, più prudenziale, prevede una crescita nel complesso contenuta dei mezzi pesanti.
Una seconda ipotesi prevede, invece, che i transiti dei tir crescano ad un ritmo più sostenuto, in linea con le previsioni di crescita del Pil.
Secondo le stime elaborate, nel 2021 il traffico dei mezzi pesanti sulla rete di Autovie Venete potrebbe già superare il livello del 2019 oppure registrare un dato di poco inferiore, con una crescita rispetto al 2020 compresa tra il 15% e il 16,2%.
In entrambi gli scenari, invece, nel 2022 si registrerebbe il nuovo record assoluto del traffico pesante, con percorrenze comprese tra 828 e 853 milioni di km. L’ipotesi di bassa crescita considera poi un aumento dei mezzi pesanti del 2,3% tra 2022 e 2026, mentre quella di alta crescita stima un incremento del 4,7%.
Eppure, nel 2020, la pandemia (con il conseguente lockdown) aveva di colpo fatto precipitare le percorrenze autostradali del Nordest ai numeri di fine anni ’90, con un calo complessivo di oltre il 28%, mentre la diminuzione del solo traffico pesante era stata del 13%. In precedenza era dal 2014 che i transiti aumentavano senza sosta, fino a raggiungere nel 2019 il nuovo massimo.
A causa del covid la A4 Venezia-Trieste aveva registrato un calo complessivo del -29,4% nel 2020. Il traffico pesante, invece, aveva limitato la flessione nello stesso tempo ad un -13,6%.
Escludendo nuove limitazioni dovute al peggioramento della situazione sanitaria, gli unici ostacoli all’aumento del traffico sembrano oggi determinati dalla continua ascesa del prezzo dei carburanti e dalle ripetute congestioni stradali. D’altro canto, l’abbandono dello smart working e la ripresa in presenza di quasi tutte le attività sta contribuendo anche alla risalita del traffico automobilistico: la situazione è quindi destinata a complicarsi ulteriormente ed in mancanza di interventi immediati il Veneto Orientale rischia pesanti ripercussioni.
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