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Sport & Covid, cicloturismo: quanti danni all’indotto

Dai negozi di bici all’agroalimentare e la ristorazione

Sport & Covid, cicloturismo: quanti danni all’indotto

A  ruote ferme, non gira nemmeno il microturismo. Con lo stop alle attività cicloturistiche, le ricadute negative dal punto di vista economico non le stanno sentendo solamente i negozi di biciclette ma anche gli agriturismi, le cantine, gli esercizi aperti in località alternative alla grande viabilità.

«Sicuramente andrà in flessione il mercato legato alla vendita di biciclette e di materiali per il cicloturismo ma il danno lo sentirà anche il settore agroalimentare e della ristorazione - afferma Davide Specogna, coordinatore regionale del cicloturismo per la Federciclismo del Friuli Venezia Giulia -, Infatti l’obiettivo del nostro movimento è di fare attività motoria in salute, garantendo un "tagliando annuale" ai tesserati, ma anche di scoprire luoghi poco battuti in automobile. In questo senso l’effetto negativo si ripercuoterà anche sul turismo vero e proprio».

La fascia di età dei praticanti del cicloturismo è medio-alta, ciò significa che il forzato stop porterà a conseguenze sullo stato di salute degli amanti dei raduni in bicicletta sia fisico che psicologico dal momento che cicloturismo è, prima di tutto, socializzazione. «In effetti il movimento oggi può dirsi attivo solo in smart working - riflette Specogna - perché l’attività vera e propria rimarrà ferma fino a nuove disposizioni a causa dei rischi derivanti dall’assembramento. Avvertiamo che, seppure in forma minore, i contagi avvengono ancora per cui non prevedo che per quest’anno si riuscirà a organizzare un evento cicloturistico. Per quanto riguarda l’attività motoria, la si può svolgere ma non si può viaggiare in gruppo, bensì è possibile uscire al massimo in due se distanziati due metri per evitare di intercettare goccioline di sudore. Praticare il cicloturismo è un modo per rimanere in forma ma anche per socializzare. Oltre tutto pedalare da soli desta preoccupazione per chi ha una certa età. Già pedalare per strada è pericoloso, poi dopo il lockdown l’indisciplina e la distrazione degli automobilisti sono aumentate. Ci auguriamo che presto si possa riprendere a uscire in compagnia: se l’ostacolo è più "grosso" è anche più visibile da parte degli altri utenti della strada».

Insomma, senza addentrarsi in argomenti eccessivamente tecnici, le perplessità sullo stop al cicloturismo e al pedalare lento sono tante ma la voglia di voltare pagina è altrettanto elevata. «Vogliamo ripartire - assicura Specogna - ma dopo aver ricevuto indicazioni certe. Il movimento è carico e chi ha dovuto rinunciare quest’anno sicuramente il prossimo tornerà a organizzare il suo raduno».

Fonte: Redazione Online
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