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Ru486: le contestate nuove direttive

Torna a far notizia la pillola abortiva Ru486. Di recente infatti la Regione Piemonte ha precisato con una propria circolare che la pillola non può essere somministrata nei consultori, ribaltando pertanto le impostazioni delle linee guida emanate lo scorso agosto dal Ministero della Salute, che abolivano l’obbligo del ricovero ospedaliero.

Ru486: le contestate nuove direttive

Torna a far notizia la pillola abortiva Ru486. Di recente infatti la Regione Piemonte ha precisato con una propria circolare che la pillola non può essere somministrata nei consultori, ribaltando pertanto le impostazioni delle linee guida emanate lo scorso agosto dal Ministero della Salute, che abolivano l’obbligo del ricovero ospedaliero.
Le linee guida del Ministero, emanate il 13 agosto in conseguenza ad un parere espresso dal Consiglio Superiore di Sanità, stabilivano che la pillola abortiva RU486 potesse essere somministrata anche in regime di day hospital, senza dover ricorrere al ricovero di 3 giorni come inizialmente previsto quando, nel 2009, la RU486 fu approvata dall’Aifa e introdotta anche nel nostro Paese.
Le nuove linee guida hanno l’obiettivo di uniformare l’uso della pillola in tutto il Paese, stabilendo che il farmaco può essere utilizzato "presso strutture ambulatoriali pubbliche adeguatamente attrezzate, funzionalmente collegate all’ospedale ed autorizzate dalla Regione, nonché consultori, oppure day hospital", allineandosi di fatto a quanto già accade nella gran parte dei Paesi Europei dove la pillola viene somministrata in day hospital.
C’è da dire che, pur prevedendo il ricovero di 3 giorni, già diverse regioni, con propria ordinanza, avevano autorizzato la somministrazione in day hospital.
Oltre ad eliminare l’obbligo del ricovero, le linee guide prolungano alla nona settimana di gravidanza il periodo entro cui il farmaco abortivo può essere assunto, mentre in precedenza era consentito solo entro la settima settimana.
Nel 2018, ultimo dato disponibile nella relazione annuale del Ministero della Salute sulle interruzioni volontarie di gravidanza, sono stati 15.750 gli aborti volontari con la RU486, il 20,8% del totale. Un trend in forte crescita se si calcola che nei primi anni di utilizzo, si ricorreva alla pillola abortiva in meno del 10% dei casi.

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