Diabete+obesità = Diabesità
In Italia, poi, la quota dei diabetici è lievitata, in questi decenni, dal 2,9 al 5,6 per cento di tutta la popolazione. E per la prima volta le persone in sovrappeso battono i sottopeso. Doppio campanello d'allarme.
Nubi tenebrose, letali si addensano su un’Europa ingorda, insaziabile, insomma una buona forchetta che inesorabilmente fa lievitare la circonferenza della trippa con supplemento di rotolini vari ma con conseguenze deleterie sulla salute. Infatti, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sovrappeso e obesità, associati ad un stile di vita sedentario, malsano, hanno favorito, negli ultimi trent’anni, il raddoppio dei casi di diabete di tipo 2 (non insulino dipendente) e, di conseguenza, tutte le complicazioni letali di questa patologia. Anzi si prevede che, fra circa dieci anni, costituirà la quarta causa di morte della popolazione europea.
IN ITALIA
In Italia, poi, la quota dei diabetici è lievitata, in questi decenni, dal 2,9 al 5,6 per cento di tutta la popolazione, mentre se consideriamo gli uomini tra i 75 e 79 anni, il rapporto passa dal 14,9 al 20,4 per cento.
LA SITUAZIONE
E come siamo arrivati a questi risultati così nefasti? Una delle cause decisive della comparsa del diabete è l’obesità, vero e proprio fattore di rischio, un binomio malefico che quasi si aggroviglia in un nodo gordiano, due facce spietate che si confondono, si amalgamano tanto che possiamo tranquillamente coniare una nuova locuzione, la diabesità, quasi un matrimonio d’interesse tra diabete e obesità.
Infatti circa il 44% dei diabetici ostenta sovrappeso o obesità e quasi il 29% degli uomini o il 33% delle donne che presentano obesità, tra i 45 e i 65 anni, risulta affetto da diabete di tipo 2.
Ben il 64%, poi, non fa attività fisica!
IMC
Ma come viene misurato in pratica questo malefico rapporto di aumento ponderale? Con l’Indice di Massa Corporea (IMC), il parametro più utilizzato per la determinazione del peso ideale che è dato dal rapporto tra il peso (kg) ed il quadrato dell’altezza (m2).
Il valore normale va da 20 a 25; ad esempio se pesi 70 kg e sei alto 1.75m, sei perfettamente in linea con un IMC di 22.8 (70 : 1.75x1.75); con un peso di 85 kg l’indice lievita a 27.7, quindi sei in sovrappeso (da 25 a 30) mentre a 95 kg navighi nel mare magnum dell’obesità (30-35 obesità di 1°, 35-40: 2°, maggiore di 40: 3°).
Importante è sapere che ogni 5 punti di aumento di questo IMC, raddoppia il rischio di mortalità entro dieci anni nel diabetico e quadruplica quando questo indice supera il valore di 30.
In Italia, secondo dati recenti, la malattia diabetica colpisce il 6,34% della popolazione ma, aggiungendo i casi misconosciuti, il dato complessivo raggiunge ben l’8%, dunque quasi 4 milioni di casi noti e uno ignorato oltre a dieci milioni di persone con alterata tolleranza allo zucchero, una sorta di prediabete.
Le regioni più colpite sono Calabria, Basilicata, Sicilia, Campania, Puglia, Abruzzo e Lazio. Nelle stesse regioni meridionali, quasi un copia-incolla, ritroviamo i valori più elevati di IMC, dunque sovrappeso/obesità (Campania 28,6/19,2- Calabria 24,6/16,2 - Abruzzo 27,2/11,4 - Sicilia 23,2/13,9- Italia 20,9/9,8- Friuli 18,2/5,7).
I BAMBINI
Come stanno i bambini? Un po’ meglio di qualche anno fa, quando l’obesità raggiungeva il 12% e il sovrappeso il 23,2 (oggi 9,3 e 21,3% rispettivamente), segno che qualcosina viene attuato dalle politiche sanitarie. Però ancora molte sono le abitudini errate come la sedentarietà eccessiva; infatti solo un bambino su quattro si reca a scuola a piedi e ben il 34% svolge attività fisica solo un misero giorno alla settimana, senza contare le oltre due ore trascorse, spaparanzati, davanti a TV o videogiochi che li lasciano alquanto inebetiti.
E poi l’erronea pratica del Breakfast Skipping (salto colazione), abitudine che favorisce il sovrappeso anche per una sorta di languore a metà mattina che esige, nel 53% dei casi, una merenda troppo abbondante e manipolata con cibi spazzatura. Non solo, ma questa abitudine malsana, comporta una ridotta assunzione di vitamine, calcio e ferro. Al contrario, nei bimbi abituati a consumare una sana colazione, vengono registrate migliori condizioni fisiche generali, maggiori prestazioni intellettive e minori rischi per la loro salute. Inoltre memoria e attenzione migliorano proprio nella seconda metà del mattino quando c’è un fisiologico calo di attenzione. Questo primo essenziale pasto, però, dovrà essere sano, povero in zuccheri semplici, con cibi a basso indice glicemico (velocità di assorbimento dei cibi), come fette biscottate e cereali o pane specie di tipo integrale, vale a dire carboidrati complessi che influenzano il rilascio di particolari ormoni (GIP,GLP-1,incretine) che regolano la sazietà. In tutto circa 300/400 kcal, il 15-20% del fabbisogno giornaliero compresi latte e derivati, fondamentali per l’apporto di proteine e calcio, oltre alla frutta, anche secca, che non deve mancare mai.
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