Carta Pordenone - Voce Donna: casi quadruplicati
In vent’anni da 50 a 200 tra Pordenone, Maniago, Sacile
Voce Donna ha mosso i primi passi nel ’98 con il primo sportello gestito poche ore e la settimana da alcune volontarie. Oggi è più corretto definirlo Centro Antiviolenza Voce Donna. Già da tempo - spiega la presidente, prof. Maria De Stefano - c’era l’intenzione di fare qualche cosa per le donne vittime di violenza. Poi la situazione è precipitata: una donna, che non era riuscita a sopportare oltre maltrattamenti e sopraffazioni, aveva rinunciato alla vita. E’ stata la molla che ha fatto superare difficoltà e incertezze, ha dato la spinta decisiva all’avvio di un punto di accoglienza e sostegno alle vittime della violenza maschile. I primi passi da parte di una dozzina di volontarie erano stati preceduti da un corso di formazione a Treviso, all’associazione Sos Telefono Rosa. Nel tempo alcune sono state sostituite mentre altre si sono affiancate alle volontarie che ora raggiungono complessivamente 23 unità. Oggi sono attivi sportelli di ascolto anche a Maniago e a Sacile.
NUMERI IN CRESCITA Come spiega la presidente De Stefano, la situazione si è modificata in negativo. Già nel giorno di apertura dello sportello, ricorda la presidente, è arrivata la prima telefonata. Se gli inizi arrivavano una cinquantina di telefonate l’anno, nel 2017 sono stati registrati 200 nuovi accessi. Se ci fosse una più ampia attestazione di solidarietà e vicinanza alle donne maltrattate, una più diffusa consapevolezza del fenomeno, le richiedenti aiuto sarebbero certamente più numerose. Quali sopraffazioni. Sono violenze fisiche (periodiche) e psicologiche (per lo più quotidiane) che assumono svariate forme: possono essere espresse con denigrazioni, minacce (di portare via i figli o di suicidio), svalorizzazione, divieto di gestire l’aspetto economico, anche dello stipendio personale, costrizione a lasciare il lavoro, essere relegata in casa, mancata corresponsione dell’assegno di mantenimento per i figli… In questo quadro desolante, si inserisce l’aspetto gravissimo della violenza assistita da parte dei figli con conseguenze nefaste per il loro equilibrio psichico. Questi bambini rischiano di diventare in età adulta succubi di maltrattamenti o a loro volta soggetti maltrattanti.
IL RUOLO Voce Donna offre sostegno su molteplici versanti per aiutare le vittime a uscire dalla situazione di violenza: consulenza psicologica e legale, servizi per i minori con consulenza di una psicologa e attività ludiche finalizzate ad esplicitare ed elaborare le emozioni profonde. Sono disponibili case-rifugio a indirizzo segreto, utilizzate su indicazione del giudice che può imporre l’allontanamento dal maltrattante. L’Associazione è soprattutto impegnata sul fronte della prevenzione, con interventi nelle scuole (le femmine sono aiutate a riconoscere anche le violenze più subdole e ad assumere la determinazione a denunciarle; i maschi sono aiutati a riconoscere i propri comportamenti violenti e a destrutturarli ). Ci può essere anche la violenza al femminile? Le statistiche dicono che il 2% delle donne può assumere questo comportamento, ma questo avviene per lo più in seguito a violenze subite.
VITA NUOVA Più di 1.200 donne sono ricorse in questi anni a Voce Donna. Le volontarie hanno accolto tanta sofferenza ma hanno pure avuto la gioia di assistere alla serenità recuperata, come è testimoniato anche da un libro, a cura di Elisa Cozzarin, "Vent’anni di Voce Donna" che raccoglie varie testimonianze di donne che ce l’hanno fatta.
NUOVO CENTRO Voce Donna sta per aprire un Centro antiviolenza anche nell’Alto Friuli e nella zona di Codroipo per le donne che non possono raggiungere il Centro gestito dal Comune di Udine.
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