Carmen Gallini: il volto del dono
Vigile sentinella contro il Covid
Un anno fa l’improvvisa e subdola minaccia del Covid era arrivata a creare uno stato di fortissimo allarme anche alle porte dell’Hospice Via di Natale di Aviano. In un clima di panico e di smarrimento totale, Carmen Gallini, direttrice della Casa che accoglie pazienti terminali per accompagnarli con dedizione amorevole nella fase estrema della vita, aveva nettamente avvertito il pericolo incombente soprattutto per il personale.
Era necessario tutelarlo con provvedimenti anche estremi per garantire la continuità dell’assistenza ai fragilissimi ospiti, peraltro anche loro da proteggere con tutte le forze dal contagio. Buio, incertezza, paura: un clima di drammatica urgenza che aveva imposto la chiusura di tutte le porte ai non addetti all’assistenza e alla cura della Casa.
Il piano dell’ospitalità accoglie persone particolarmente dal Centro Sud della Penisola per cicli di terapie oncologiche al Cro. Qui il movimento è costante, pertanto è stato necessario chiedere anche a questi ospiti un rigido e consapevole rispetto delle norme.
La decisione molto sofferta di chiudere le porte anche ai familiari degli ospiti terminali ha rappresentato per Carmen l’aspetto più devastante di tutte le misure anticontagio. Capiva benissimo che si trattava di una necessità da adottare senza sconti e tuttavia le pesava fino alle lacrime il provvedimento che non consentiva le visite ai pazienti gravissimi; per i loro cari restava possibile il commiato in presenza nella fase estrema. Sono state adottate modalità di collegamento a distanza, sia pure nella consapevolezza che queste mai possono sostituire la stretta intensa degli ultimi abbracci. In questa situazione che si percepiva drammatica, tutto il personale si è adoperato al massimo per assicurare la più sentita tenerezza di gesti e di vicinanza agli ospiti. In occasione del Natale, Carmen ha rivolto a tutti gli operatori il grazie più intenso per la dedizione espressa nel loro servizio.
"Abbiamo vissuto un Natale tristissimo, senza ospiti: anche qualche nostro operatore era stato contagiato, pertanto abbiamo dovuto correre ai ripari, con il periodo di quarantena per tutti. Una battaglia durissima, mentre ci giungevano storie drammatiche di pazienti che avevano assolutamente bisogno di accoglienza e di aiuto. Finalmente abbiamo potuto riaprire il 4 gennaio. Da aprile è stato poi possibile garantire per qualche ora nel pomeriggio le visite dei familiari degli ospiti e a fine giugno è stato consentito l’accesso di due familiari, purchè non in contemporanea".
"In ogni caso - sottolinea Carmen - non abbiamo mai abbassato la guardia, ma siamo sempre andati avanti con attenzione e prudenza. Ora vorremmo solo un po’ di tregua, vorremmo che il cuore potesse dilatarsi alla speranza. E’ stato per me l’anno più duro dopo la morte di Franco. E tuttavia in tanta desolazione abbiamo scoperto che tanto amore circonda questa Casa, come un abbraccio corale. Momenti difficili…sì, ce ne sono stati tanti, ma poi abbiamo trovato il nostro equilibrio nella gestione di tutti i movimenti, grazie soprattutto alla possibilità di vaccinarci tutti e ai controlli consentiti dai tamponi, necessari per avere accesso alla Casa".
E’ stato un anno terribile anche per la necessità di sospendere le lucciolate che garantivano il necessario supporto finanziario: "Eravamo in grandissima ansia e difficoltà, quando alcune nostre collaboratrici hanno pensato di lanciare un appello tramite facebook: ne è scaturita una grande molteplicità di risposte da ogni dove, mentre ad Aviano si accendevano lumini e lumini… Davvero il paese che ci ospita splendeva di luce come migliaia di roveti ardenti per richiamare a tutti gli abitanti e ai passanti l’immagine delle lucciolate. Anche questo un appello emozionante che ha aperto innumerevoli cuori e ha fatto arrivare rivoli di partecipe solidarietà alla nostra Casa che il Signore continua a proteggere attraverso la generosità di tutti coloro che ci vogliono bene. Un fiume di amore concreto e partecipe, una grande benedizione".
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