Radon: molte delle nostre zone in Fvg a rischio
I Comuni che ricadono in aree prioritarie sono 51 e interessano circa 209mila persone residenti, pari al 17,5% della popolazione regionale
Il radon (Rn) è un gas inerte e radioattivo di origine naturale, presente in quantità variabile in tutta la crosta terrestre, che si origina dal decadimento radioattivo dell'uranio presente nelle rocce. È un gas inodore, incolore e insapore, non percepibile dai sensi, ma se inalato è pericoloso poiché può danneggiare il Dna. Al radon è attribuita un'incidenza tra il 3% e il 14% dei tumori polmonari
Il Friuli Venezia Giulia è tra le regioni italiane in cui sono state fatte più misure di radon e sono state realizzate più azioni di rimedio e verifica dell'efficacia delle stesse. La mappatura completata dal "Gruppo di Lavoro Radon"
costituito da Regione, Arpa e Aziende sanitarie regionali ha certificato che la maggior parte dei Comuni e della popolazione residente vive in aree ritenute a basso rischio, mentre solo il 17,5% della popolazione ricade all'interno di aree ritenute prioritarie per presenza di radon. A questi territori saranno dedicate specifiche attività di informazione e prevenzione".
È quanto ha annunciato l'assessore regionale alla Difesa dell'ambiente, energia e sviluppo sostenibile Fabio Scoccimarro, riferendo i contenuti dello studio approvato dalla Giunta regionale con delibera proposta dallo stesso Scoccimarro, di concerto con l'assessore alla Salute Riccardo Riccardi.
Come ha spiegato l'assessore "il documento approvato rientra tra gli obblighi normativi previsti dal Piano Nazionale d'Azione per il Radon 2023-2032 (PNAR) e consente, attraverso la mappatura, di attivare prescrizioni specifiche sui luoghi di lavoro e nelle abitazioni".
Le aree prioritarie sono quelle in cui la stima della percentuale di edifici che supera il livello soglia (300 Bq m-3) è pari o superiore al 15 per cento. Per quanto riguarda le abitazioni, sono state eseguite oltre 4000 misure nell'ambito di diverse campagne, condotte secondo rigorosi criteri statistici e con protocolli standardizzati. Inoltre, sono state misurate oltre
2000 abitazioni su richiesta dei cittadini. Anche le scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e private sono state tutte monitorate ed ogni anno le misure vengono integrate con quelle sulle scuole di nuova attivazione.
I Comuni che ricadono in aree prioritarie sono 51 e interessano circa 209mila persone residenti, pari al 17,5% della popolazione regionale. Si tratta dei Comuni di Ampezzo, Andreis, Arba, Aviano, Barcis, Bicinicco, Campoformido, Cimolais, Claut, Codroipo, Cordenons, Coseano, Dogna, Duino Aurisina, Enemonzo, Flaibano, Fogliano Redipuglia, Forgaria nel Friuli, Forni Avoltri, Lusevera, Malborghetto Valbruna, Maniago, Martignacco, Mereto di Tomba, Moggio Udinese, Montereale Valcellina, Mortegliano, Ovaro, Pasian di Prato, Pavia di Udine, Polcenigo, Pozzuolo del Friuli, Prato Carnico, Rive d'Arcano, Roveredo in Piano, San Quirino, Sauris, Sequals, Sgonico, Socchieve, Spilimbergo, Sutrio, Talmassons, Tarvisio, Tavagnacco, Tramonti di Sopra, Tramonti di Sotto, Travesio, Trivignano Udinese, Vajont, Visco. A questi si aggiungono l'altopiano Ovest e l'Altopiano Est della zona carsica di Trieste, città mappata secondo una suddivisione per circoscrizioni, posto che il territorio comunale triestino è interessato da una distribuzione altamente disomogenea delle concentrazioni di radon.
"In questi Comuni - ha precisato Scoccimarro - verranno avviate campagne di informazione e sensibilizzazione indirizzate ai proprietari degli edifici interessati attraverso azioni integrate tra i Dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie e l'Arpa. Restano ancora nove comuni in aree a classificazione provvisoria, sui quali saranno attivate nuove campagne di misurazione per giungere a una definizione di dettaglio".
Il radon (Rn) è un gas inerte e radioattivo di origine naturale, presente in quantità variabile in tutta la crosta terrestre, che si origina dal decadimento radioattivo dell'uranio presente nelle rocce. È un gas inodore, incolore e insapore, quindi non è percepibile dai sensi, ma se inalato è considerato pericoloso poiché può danneggiare il Dna delle cellule. Al radon è attribuita un'incidenza tra il 3% e il 14% dei tumori polmonari ed è ritenuto il principale fattore di rischio di cancro polmonare per i non fumatori e la seconda causa dopo il fumo di tabacco.
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