Dieta Mediterranea, una via sempre valida
Seguirla è importante per controllare la flora intestinale
In questi ultimi anni la ricerca scientifica si sta concentrando molto su un aspetto di cui si era intuita da tempo l’estrema importanza, ma che non è stato possibile approfondire per mancanza di strumenti di indagine adeguati, e non quindi per trascuratezza: la flora intestinale. Lo stimolo per approfondire l’argomento è stato dato dalle nuove tecnologie scientifiche come i sequenziatori e amplificatori del DNA, le nuove tecniche molecolari e dall’aumentato potere di calcolo dei computer in grado di elaborare miliardi di dati in pochissimo tempo: le cosiddette discipline omiche tra cui la genomica e la metabolomica, la trascrittomica e la proteomica. Queste tecniche hanno consentito di determinare la grande complessità della flora intestinale tanto da doverle cambiare nome: non più flora intestinale ma microbiota. Ovvero un insieme di organismi, in prevalenza batteri, ma sono presenti anche virus, funghi e protozoi, dall’importanza considerevole visto che creano al nostro interno un complicatissimo ecosistema. Organismi che non si è mai riuscito ad isolare e far crescere in terreni di coltura. Per renderci conto della loro importanza basti pensare al numero di cellule che lo compongono: circa 100 mila miliardi per un peso mediamente di circa 2 kg, e con un corredo genico di circa 150 volte il numero di geni del genoma umano. Si è scoperto che il microbiota non è solo un neutro commensale che ci aiuta a tenere la pancia sgonfia, è molto di più tanto da essere considerato un nostro organo essenziale. Un organo capace di produrre ormoni e di colloquiare con il nostro sistema nervoso in maniera bidirezionale. Un microbiota sano ha diverse funzioni benefiche, ad esempio influenza lo stato di salute dell’intestino e quindi del benessere complessivo, inattivando diverse sostanze tossiche presenti nei cibi. Produce enzimi e vitamine, migliora l’assorbimento dei principi nutritivi, fortifica il nostro sistema immunitario, contrasta l’insorgere delle intolleranze e delle allergie, e lo sviluppo di specie patogene sottraendolo con i nutrienti, occupando i siti della mucosa intestinale, stimolando la motilità intestinale e il sistema immunitario, producendo dei particolari acidi grassi che proteggono la mucosa intestinale. All’opposto, un microbiota povero di specie o, come si dice, in disbiosi, pare, ma gli studiosi ne sono praticamente certi, sia fortemente correlato a tantissime patologie: obesità, diabete di tipo II, allergie e intolleranze alimentari che rappresentano solo un piccolo esempio. L’elenco si allunga con il progredire delle ricerche.
Ora la domanda sorge spontanea: ci chiediamo da cosa può essere influenzato il microbiota. I fattori che lo condizionano sono tantissimi, sia ambientali che alimentari. Dal punto di vista dell’alimentazione il modo per tenere in salute il microbiota è semplice, un regime alimentare che è stato collaudato per secoli e che si arricchisce sempre di nuovi alimenti protettivi. Niente di nuovo quindi, ma la conferma che l’alimentazione umana deve essere ricca di nutrienti e che i cibi non devono essere densamente calorici. I nutrizionisti e i ricercatori lo hanno codificato come "Dieta Mediterranea". Altri aspetti da tenere bene presente sono le quantità di sostanze estranee che ingeriamo o inaliamo e lo stile di vita, uno stile di vita attivo che ci dona serenità stimola la cosiddetta eubiosi, ovvero aiuta a mantenere sano il microbiota.
Andrea Maccioni
Biologo Nutrizionista
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