Con Ottobre ecco i giorni della zucca
Dalle tradizioni a tavola a quelle importate da altre culture
"Chi dice ottobre dice zucche". Così il professore di greco don Vittorio esordì il primo giorno di scuola; e aggiunse che nei campi e negli orti stavano maturando vari tipi di cucurbitacee, mentre lui in classe rivedeva i soliti zucconi. Nessuno se la prese.
Noi facevamo colazione con la zucca nel latte e la battuta di don Vittorio ci sembrò un complimento. Nessuno se la prendeva perché a noi piaceva, a colazione, la zucca con il latte. E ci piaceva pure il pane con la zucca...
Quale periodo migliore per celebrare la zucca di ottobre, il mese in cui ne maturano varie specie: dalle zucchine alle "suche da vin" dalla forma oblunga e la scorza dura che, svuotate della pasta interna, diventavano recipienti per portare il vino in campagna. Ci sono poi le enormi "suche pursitere" di cui si cibavano i maiali. E il mese termina poi con Halloween, in onore di madama zucca che, con all’interno una candela accesa, diventa un teschio per esorcizzare la paura della morte.
Senza scomodare il folclore nord europeo, possiamo affermare che anche i nostri avi coltivavano le zucche e le onoravano nelle feste pagane.
Ricercatori storici e proloco riscoprono e ripropongono queste antiche tradizioni come - per fare qualche esempio - a Vizzano nel mantovano e a Venzone in Carnia che - guarda caso - è il paese delle mummie, e nel pordenonese a Cordenons.
In autunno viene presto la sera e torna il ricordo dei nostri cari. Chi ha fede, li pensa nel Signore e prega; chi non crede, ha il terrore degli zombi e dei fantasmi. Voglia o non voglia, l’uomo quaggiù ha i giorni contati: il Sacerdote ce lo ricorda ogni anno che passa mettendoci un po’ di cenere sul capo.
Non è una novità: per gli antichi, uomo è sinonimo di mortale; e Platone affermava che chi crede di essere immortale o un superuomo, diventa un mostro. Il secolo scorso è stato la tragica prova di quali mostruosità possano combinare i presunti superuomini. La storia insegna, ma la gente è spesso distratta, quanto noi, alle lezioni di greco. Per questo non sappiamo cosa ci riserva il futuro.
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