Domenica 6 dicembre, commento di don Renato De Zan
E' la domenica del Battista: "Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. 3 Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri"
Mc 1,1-8
1 Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. 2 Come sta scritto nel profeta Isaia: C, 4 vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 5 Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 6 Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. 7 E proclamava: "Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8 Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo".
Teologia liturgica
Nella seconda domenica di Avvento il tema del ritorno finale di Gesù è dominante nella seconda lettura (2Pt 3,8-14) e nella Colletta propria fonda la sua domanda sul testo petrino, dove la Chiesa prega di poter camminare verso il giorno in cui Dio si manifesterà pienamente e ogni uomo vedrà la salvezza divina. Il tema della Parusia già oggi incomincia ad intrecciarsi con il tema della memoria della prima venuta di Gesù. Come il Battista preparava gli Ebrei ad accogliere il Messia (vangelo, Mc 1,1-8), oggi le sue parole accompagnano i cristiani nell’attesa della Parusia del Maestro. Non si tratta di una attesa passiva. Non basta lasciar passare il tempo. Quel tempo che passa è un dono di Dio affinché i credenti possano "preparare la via al Signore" (prima lettura, Is 40,1-5.9-11) oppure, secondo la predicazione del Battista, possano "preparare la via del Signore" (Mc 1,3). Le due varianti nascondono, però, un unico messaggio: l’attesa deve essere operosa. Per il profeta preparare la via al Signore significava preparare la via sacra, a Babilonia, perché Dio si ponesse in testa agli esiliati che voleva condurre a Gerusalemme. Per il Battista la citazione isaiana serviva a invitare gli ebrei a preparare la via sacra del cuore per accogliere il Messia che viene. E la via sacra del cuore era la conversione ("proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati"). L’evangelista non vuole presentare il Battista come un moralista. La descrizione delle vesti e del cibo intende presentare il Battista come un antico profeta, che si copriva di un mantello di peli e praticava una vita austera ("Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico"). La proposta del Battista, dunque, è una proposta profetica come quella di Isaia.
Dimensione letteraria
Nel Lezionario, il testo evangelico di Mc 1,1-8 costituisce uno dei pochissimi casi in cui il testo biblico e il testo biblico-liturgico combaciano perfettamente, senza nessun intervento della Liturgia. Il testo inizia con un breve versetto che, se ben tradotto potrebbe essere reso così: "(Questo è) uno schema sintetico del lieto annuncio (che) Gesù è Messia ed è Figlio di Dio". Il versetto può essere considerato un titolo generale del vangelo e, porta in sé i due titoli cristologici più importanti della teologia di Marco. Il titolo "Cristo", anticipa il cuore del vangelo, cioè il brano centrale dell’opera di Marco in cui viene narrata la confessione di Pietro a Cesarea di Filippo (Mc 8,29). Il titolo "Figlio di Dio" anticipa la conclusione del vangelo e costituisce una inclusione con la confessione di fede del centurione subito dopo la morte di Gesù, Mc 15,39). Il testo evangelico è incluso da due riferimenti all’Antico Testamento. Si apre con un riferimento a Ml 3,1 ("Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me") e Is 40,3 ("Una voce grida: "Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio""). Si chiude con un riferimento a Zaccaria per i vestiti profetici del Battista (Zc 13,4: "In quel giorno ogni profeta si vergognerà della visione che avrà annunziata, né indosserà più il mantello di pelo per raccontare bugie"). Nel testo di Mc 1,2-5 viene presentato Giovanni Battista e la sua missione come adempimento della profezia isaiana. Il brano si chiude con una breve descrizione dello stile di vita del Battista (Mc 1,6) e il riassunto della sua predicazione (Mc 1,7-8).
Riflessione biblico-liturgica
a. Marco non pretende che il proprio vangelo sia esaustivo. Ha la piena consapevolezza di aver trovato una forma letteraria nuova e chiama la propria opera un’ arché (inizio, schema, abbozzo, schizzo) di vangelo. Il vero vangelo sarà quello vissuto dal credente che ha letto l’opera della scuola di Marco.
b. Il battesimo di Giovanni Battista è un’abluzione. Il suo valore è solo di gesto che manifesta la volontà del battezzato a pentirsi dei suoi peccati e a cambiare vita. È un gesto che non ha in sé un’efficacia, ma ha solo valore di testimonianza. Il battesimo del Messia è, invece, un gesto che immergerà totalmente gli uomini nella pienezza della vita, che è quella secondo lo Spirito.
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