Villaregia: portato a termine il progetto di ospitare persone senza dimora
Due sono state le condizioni che hanno prodotto l’avvio di uno studio d’accoglienza. La prima è che il nostro vescovo Giuseppe, rispondendo alla richiesta dei prefetti del Friuli e del Veneto, ha dato incarico alla Caritas di individuare alcune strutture che potessero dare una risposta concreta all’accoglienza di persone provenienti da paesi lontani in attesa del riconoscimento dello stato richiedenti asilo, e privi di alloggio. Secondo, la disponibilità della Comunità Missionaria di Villaregia di mettere a disposizione un’ala dell’immobile di proprietà alla periferia di Pordenone
Finalmente! Dopo un’odissea di quattro mesi è stato portato a termine il progetto di ospitare persone senza dimora, presso la struttura della comunità missionaria di Villaregia, in via San Daniele a Pordenone.
Un progetto che ha visto l’impegno di diversi soggetti, tutti motivati nel dare una risposta al disagio di tante persone, che non disponevano delle condizioni minime per una vita dignitosa.
Due sono state le condizioni che hanno prodotto l’avvio di uno studio d’accoglienza. La prima è che il nostro vescovo Giuseppe, rispondendo alla richiesta dei prefetti del Friuli e del Veneto, ha dato incarico alla Caritas di individuare alcune strutture che potessero dare una risposta concreta all’accoglienza di persone provenienti da paesi lontani in attesa del riconoscimento dello stato richiedenti asilo, e privi di alloggio.
Secondo fattore determinante è stata la disponibilità della Comunità Missionaria di Villaregia di mettere a disposizione un’ala dell’immobile di proprietà, situato nell’immediata periferia della città di Pordenone, e da qualche tempo non più utilizzato.
Una scelta coraggiosa, da parte dell’istituto, sostenuta nel corso del tempo con l’accogliere importanti modifiche dello stato dell’immobile, modifiche non preventivate e richieste da una serie di prescrizioni in materia di sicurezza, e che hanno protratto i lavori molto oltre il tempo previsto, e che hanno comportato un investimento di risorse economiche sostenute oltre che dalla diocesi, dallo stato, e da sponsor privati.
A partire da martedì sedici, in tre riprese nel corso della settimana, si è provveduto a dare ospitalità notturna e diurna in locali riscaldati e confortevoli, ad un gruppo di persone che si prevede raggiungerà il numero massimo di settantacinque.
Sono prevalentemente giovani che giungono da lontano, attraverso quella che definiamo, rotta balcanica, e non dagli sbarchi che avvengono frequenti a Lampedusa, ed in altre località del sud.
Sono Pachistani, del Bangladesh, del Nepal e da altri paesi asiatici, in attesa di riconoscimento dello stato di rifugiati e compresi tra le fila delle persone in carico all’ammistrazione pubblica, ed in particolare dell’ufficio stranieri della Prefettura.
Da sottolineare l’impegno profuso dall’attuale Prefetto dottor Manno nel facilitare l’esecuzione del progetto, reperendo importanti risorse economiche e sollecitando gli organi di controllo nel fornire rapide e sostenibili risoluzioni alle problematiche messe in essere dalle normative: inadeguate e non applicabili in una condizione d’emergenza, e pertanto assai vessatorie.
A concorrere all’esito positivo dell’accoglienza, c’è anche l’apporto di altre realtà, con cui la diocesi, tramite la Caritas, collabora da tempo, in particolare la Croce Rossa ed i Servizi sociali del Comune di Pordenone e Cordenons, impegnati nel sostenere una iniziativa denominata "emergenza freddo", dedicata a quelle persone che nel periodo invernale non trovano una sistemazione notturna dignitosa. A questa parte del progetto sono destinati venticinque posti.
Non è mancato il sostegno economico della Fondazione Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia, che attraverso la figura del suo presidente dottor Morandini è sempre vicina ai bisogni del territorio.
Significativo l’apporto dei volontari che si sono prodigati nel realizzare quelle numerose attività che non potevano essere di competenza delle ditte incaricate all’esecuzione delle opere, e tra queste vanno certamente citate la Termoidraulica Pordenonese, per la parte impianti di riscaldamento, e la TC Impianti per la parte elettrica, che hanno solertemente avviato i lavori con estrema competenza.
Ora il compito di accompagnare queste persone è affidato, in gran parte, alla cooperativa Nuovi Vicini che da sempre è in stretta collaborazione con la Caritas diocesana, in convenzione con la prefettura, mentre il settore "emergenza freddo" sarà gestito direttamente dalla Caritas e dalla Croce rossa.
E’ stata avvertita anche la necessità di una stretta collaborazione che coinvolga il volontariato, che in queste circostanze e chiamato a fare una parte importante e significativa. Non si tratta solo di volontariato della parrocchie cittadine, ma è stato istituito un tavolo al quale sono invitate a partecipare tutte quelle realtà che sono impegnate nella vicinanza alle persone più in difficoltà, come La San Vincenzo, la Chiesa Evangelica Battista, la La Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni e anche altri soggetti che vorranno aderire.
Non è stato facile portare a termine questo progetto, e non sarà facile gestirlo. Certamente però attraverso questa iniziativa, che non ha la pretesa di essere risolutiva considerata la vastità del fenomeno immigratorio, si da vita ad un esempio di quanto concretamente si può realizzare, mettendosi in rete, dando una risposta al bisogno di persone che sono sole e lontane dalla loro terra e dai loro affetti, affaticate e profondamente ferite da un viaggio intrapreso nelle speranza di avviare un progetto di vita dignitoso, viaggio che per tanti si è concluso tragicamente.
Nel percorso del cammino sinodale si è ripetutamente richiesto che la Chiesa risponda all’invito di Papa Francesco per una "Chiesa in uscita" questa iniziativa è una riposta concreta.
Paolo Zanet
Vicario di prossimità
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