Ultimo saluto a Moreno De Filippi per 37 anni a Il Popolo
Si è spento il 10 giugno, l'ultimo saluto martedì 14 al santuario delle Grazie. Presenti la mamma, il fratello, i familiari e gli amici, oltre ai componenti de "Il Popolo": redattori e giornalisti di allora (vi ha lavorato dal 1974 al 2015) e di oggi, laici e sacerdoti. Parole chiave del ricordo: la sua bontà, il suo sorriso, la sua sempre generosa accoglienza.
Venerdì 10 giugno, nell’ospedale cittadino, è deceduto Moreno De Filippi. Aveva 63 anni, era infatti nato nel 1959 a Pordenone dove la famiglia abitava in una casa delle pertinenze del castello di Torre di proprietà del conte di Ragogna.
Moreno soffriva da molti anni, alla fine un male incurabile lo ha portato a concludere velocemente la sua vita terrena. Era consapevole di quanto aveva ma non ha mai dimostrato disagio o fatto pesare il suo stato a chi lo frequentava, è rimasto sempre sereno e quando lo incontravi o lo sentivi al telefono non avvertirvi il peso che portava per il suo male. Il suo sorriso era sempre lo stesso.
Moreno è stato assunto a Il Popolo nel 1974 come fattorino, aveva solo 15 anni ma era già un uomo maturo, tre anni dopo, il 6 dicembre 1977, morì il papà e il peso della famiglia, mamma e fratello Claudio, cadde sulle sue spalle. Nel frattempo la famiglia aveva lasciato Torre per trasferirsi in un appartamento nel quartiere delle Grazie dove ha vissuto fino alla fine con la mamma.
A Il Popolo Moreno è rimasto fino al pensionamento avvenuto nel 2015. Ha svolto con passione, precisione, competenza e puntualità varie mansioni, dal ritiro al recapito dei "fuori sacco" ai pullman o ai treni (altri tempi), alla gestione degli abbonamenti, ricevimento e loro registrazione, alla stampa degli indirizzi per l’invio postale del Settimanale, alla cura dell’archivio fotografico. Era "l’accoglienza" delle persone al Giornale, sempre cortese e sorridente, a tutti sapeva dare le notizie richieste. Teneva a mente tutto compresi i numeri telefonici dei vari collaboratori, le fotografie in archivio o altro utile al lavoro dell’ufficio. Il suo sorriso, la sua bontà d’animo, il suo modo di presentarsi semplice e ordinato, la disponibilità, la discrezione E il rispetto dei ruoli erano le apprezzate caratteristiche da tutti riconosciute. Nessuno in Redazione de Il Popolo ha mai visto Moreno arrabbiato o alzare la voce.
Moreno aveva poi una grande passione per il calcio, tifava per l’Inter. Nel calcio cittadino ha prestato un grande servizio di volontariato come dirigente della Società calcistica parrocchiale San Marco frequentata da centinaia di bambini e ragazzi della città che, a seconda dell’età, giocavano nel settore pulcini, allievi ed esordienti. In queste squadre ha giocato anche il fratello Claudio.
Moreno è stato un dirigente serio, preparato, scrupoloso ed esigente nello svolgere il suo ruolo e per questo rispettato e ben voluto da tutti. Negli ultimi anni è stato anche allenatore del Gruppo calcistico chiamato "Real Puiatti" che faceva riferimento al Bar Puiatti di Torre quartiere al quale Moreno è rimasto sempre legato per avervi vissuto i primi 15 anni della sua vita.
Nella chiesa della Madonna delle Grazie, lunedì 13 giugno, è stato recitato il Rosario e martedì’ 14 giugno alle 15.30 l’ultimo saluto. La Messa esequiale è stata officiata dal parroco delle Grazie, padre Giovanni Dorta e concelebrata da mons. Basilio Danelon, don Leo Collin, don Matteo Lazzarin insieme al diacono Giovanni Mauro Dalla Torre. Presenti compagni di lavoro e del mondo calcistico giovanile.
Ai familiari ed in particolare a mamma Anna e al fratello Claudio le più sentite Condoglianze della Redazione de Il Popolo. A Moreno grazie e ora che hai raggiunto il papà nella Casa del Signore riposa in pace.
Tomaso Boer
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