Coldiretti Pordenone, anno problematico ma raccolte di qualità
Parlano i titolari di piccole aziende familiar: da Roveredo a Fiume, da Basedo di Chions alla pedemontana
Un’annata vitivinicola caratterizzata da siccità e calamità con una vendemmia che, però, grazie al clima, ha regalato grandi soddisfazioni. A raccontarlo i produttori delle aziende familiari e di giovani della Coldiretti.
Partendo da Roveredo in Piano, Antonio, dell’azienda agricola Conzato Giovanni, spiega che "è andata bene e stiamo concludendo la vendemmia con il prosecco. È stata un’annata complicata ma i risultati sono buoni: quantità e qualità ci stanno premiando. Non sono mancate le preoccupazioni per le gelate e per l’alta piovosità in primavera. Ma il clima in vendemmia è stato ottimo".
Daniela Gava, della società agricola Gava di Fiume Veneto, conduce circa quaranta ettari vitati. Qui c’è una grande famiglia: oltre al papà Franco che ha fondato l’azienda, sono presenti la mamma, la sorella, la cognata e il suo compagno. In cantina sono trasformate ben quindici varietà di uve e i vini possono essere acquistati nello spaccio aziendale, dove sono previste anche le degustazioni. "La vendemmia -racconta Daniela- è stata migliore delle aspettative. Inizialmente la quantità sembrava scarsa invece il bilancio è molto positivo anche per la qualità. I vini bianchi soprattutto quelli aromatici sono ottimi, mentre i rossi come il refosco sono molto strutturati e con una buona gradazione. Una vendemmia ritardata, che ha pagato".
Il giovane Alessandro Bronca con diciotto ettari a Basedo di Chions coltiva uve a bacca bianca (ribolla gialla, glera, pinot grigio, traminer). Per lui è stata una annata difficile. "La gelata primaverile ci ha fatto perdere il cinquanta per cento della produzione nel prosecco e il venti per cento nelle altre varietà. Poi la siccità. Nonostante tutto la vendemmia è stata ottima per qualità con gradazioni ideali".
Nella pedemontana nell’azienda agricola I vini di Emilio Bulfon la vendemmia è in ritardo.
Tra Valeriano di Pinzano al Tagliamento e Castelnuovo del Friuli sono coltivati dodici ettari con uve autoctone e tra queste: Ucelùt, Piculit-Neri, Scialin, Forgiarin, Cianorie, Cordenossa. Anche qui la conduzione è familiare: Emilio con la moglie Noemi sono stati gli artefici del recupero dei vigneti antichi e a raccontare la vendemmia sono i figli Lorenzo ed Alberta. "Da noi considerato il clima della pedemontana la vendemmia quest’anno è veramente tardiva ma con una qualità delle uve che promette di produrre ottimi vini. Le forti escursioni termiche hanno permesso di ottenere maggiori aromi e zuccheri le premesse per i vini sono ottime".
A Vivaro c’è un’altra azienda familiare, Moreno Caron, con il papà e i cugini, ha un’azienda mista zootecnica, ma anche vigneto. Sette ettari di uve bianche. "È andata bene dal punto di vista della gradazione senz’altro meglio dello scorso anno anche se il quantitativo è più basso. Alla fine non lamentiamoci: a parte la quantità è andata bene. Speriamo che i prezzi ripaghino le nostre fatiche".
A San Vito al Tagliamento l’azienda agricola De Munari, con l’apporto del papà Giuseppe e dei figli Davide e Marco, è impegnata nella raccolta di frutta e sta concludendo la vendemmia. La produzione è stata compromessa dalle gelate e da un pò di grandine, ma il parere di Marco è positivo: "E’ stata una vendemmia veramente tranquilla che ci ha permesso di lavorare al meglio. Il clima è stato favorevole. Siamo riusciti a portare l’uva in cantina nel momento più adatto quando le uve erano mature al momento giusto e la qualità si è notata".
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