Pordenone: Giorno del ricordo "La città dolente"
Venerdì 10 febbraio a Cinemazero ore 20.45: il primo film sull'esodo degli italiani dall'Istria
L’evento che Cinemazero organizza in occasione del Giorno del Ricordo, venerdì 10 febbraio alle 20.45, è dedicato a un importante film sull’esodo: l’occasione è quella di riscoprire sul grande schermo "La città dolente" di Mario Bonnard, il primo film della storia, e il più significativo, a raccontare il dolore dell'esodo degli italiani dall'Istria. La proiezione sarà introdotta da Paolo D’Andrea, di Cinemazero. L'opera fu realizzata nell’autunno del 1948, all’indomani del trattato di Parigi del 10 febbraio 1947, con cui si decretò il passaggio dell'Istria alla Jugoslavia. La sceneggiatura è firmata anche da Federico Fellini, oltre che da Bonnard, Anton Giulio Majano e Aldo De Benedetti.
“La città dolente” unisce storia e finzione, utilizzando le riprese girate nei giorni dell'esodo da operatori di cinegiornali quali Enrico Moretti e Gianni Alberto Vitrotti e alcuni spezzoni dal loro documentario “Pola, una città che muore”. All’epoca risiedevano in Istria 350mila italiani, di cui oltre 30mila nella sola città di Pola. Gran parte di loro fuggì e si imbarcò per l'Italia. Berto, protagonista della parte romanzata del film, si fa convincere dall’amico Sergio a rimanere, nonostante l’opposizione della moglie Silvana, preoccupata soprattutto per il futuro del loro bambino. Berto si pentirà della sua scelta quando sarà troppo tardi. Le scene ricostruite, messe assieme efficacemente anche dall’abilità del giovane direttore della fotografia, Tonino Delli Colli, che diventerà uno dei più grandi direttori della fotografia italiani.
Il film resta l’unico in cui il dramma dell’esodo emerge in primissimo piano, in una sorta di instant-movie realizzato quasi contemporaneamente agli avvenimenti di cui tratta.
La pellicola è stata restaurata nel 2008 dall’Istituto Luce, in collaborazione con la Cineteca Nazionale e La Cineteca del Friuli, e presentata lo stesso anno alla Mostra del Cinema di Venezia.
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