Pordenone
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Il centro culturale Zanussi al tempo del Coronavirus

Mons. Padovese: "Oggi un po’ tutti parlano genericamente di coraggio, dicono che ci vuole coraggio per riprendere la vita, l’economia, la socialità. Secondo me serve qualcosa di più: serve l’audacia. Perché audacia significa rischiare: senza rischio non c’è creatività; significa essere preparati ad inventare".

Il centro culturale Zanussi al tempo del Coronavirus

 

Fa una certa impressione – almeno a noi che l’abbiamo frequentata e la frequentiamo da quando è nata – passare davanti alla Casa dello Studente e vederla chiusa, senza nessun segno di movimento in un’istituzione che per sua natura è vita grazie alle tante persone, dai giovani in su, che ogni giorno la frequentano per le più diverse attività ed esigenze.

Purtroppo la pandemia ha costretto alla chiusura, che non si sa fino a quando si protrarrà.

Ne abbiamo parlato con lo storico direttore della Casa, mons. Luciano Padovese, e con le presidenti del Centro Iniziative Culturali Pordenone, Maria Francesca Vassallo, e dell’Istituto Regionale Studi Europei, Laura Zuzzi.

Don Luciano, nel suo editoriale nell’ultimo numero de Il Momento, lei definisce quello che stiamo vivendo un “tempo di audacia”. Come possiamo declinare questo concetto in rapporto alla cultura e quindi anche alla Casa dello Studente?

Oggi un po’ tutti parlano genericamente di coraggio, dicono che ci vuole coraggio per riprendere la vita, l’economia, la socialità. Secondo me serve qualcosa di più: serve l’audacia. Perché audacia significa rischiare: senza rischio non c’è creatività; significa essere preparati a inventare, a mettersi in circolo. Penso ai giovani: sono loro che possono e devono esprimersi, cogliere il momento per cavar fuori da ciascuno il meglio, il che significa rischiare e quindi agire con audacia. Per la Casa dello Studente l’audacia consiste nel proporre a quanti vi operano e a quanti la frequentano di divenire protagonisti nell’offrire idee e attività, per rendere ogni giorno più appassionanti le tante cose che stiamo facendo.

Da questa riflessione etica bisogna poi passare alla pratica di una situazione davvero difficile: Maria Francesca Vassallo e Laura Zuzzi, quali prospettive?

La Casa – dice Zuzzi – è per sua natura incontro di persone e luogo di dialogo: senza la presenza fisica perde senso. Tuttavia – aggiunge Vassallo – cerchiamo di proporre qualcosa di divulgativo attraverso i canali social: non stiamo fermi e attraverso la ricerca di linguaggi nuovi dettata dalle attuali esigenze e restrizioni cerchiamo ugualmente l’incontro e il dialogo con le persone.

Anche l’ultimo decreto del governo non dice nulla per le strutture culturali: la chiusura si prolunga e le prospettive non sono chiare.

Come prima cosa – sostiene Maria Francesca Vassallo – dobbiamo capire se la mensa (al pari di altri locali pubblici) potrà riaprire e in quali termini, dato il valore sociale di questa struttura. La mensa ha da sempre un responsabile della sicurezza: si tratta di garantire la sanificazione, i separatori, i posti distanziati, tutte operazioni che non costituiscono un problema, data l’ampiezza degli ambienti. Per il resto si dovrà vedere come evolvono le cose.

Stiamo riflettendo – dice Laura Zuzzi – su come gestire in sicurezza le varie attività una volta che si potrà riaprire. Bisognerà pensare a qualcosa di nuovo senza far venir meno la dimensione dell’incontro fisico pur in sicurezza. 

E intanto?

Le due presidenti spiegano che sul sito www.centroculturapordenone.it e sui social si possono trovare programmi di iniziative attuate e/o sospese, in attesa che tutto torni alla normalità. Ma sottolineano che lo stile della Casa non consiste nell’organizzazione di grandi manifestazioni, bensì in un’attività continua nei vari settori, grazie alla quale ci sia la possibilità dell’incontro. Oltretutto la Casa può offre un ambiente accogliente e bello. E la bellezza aiuta a elevare le persone.

In concreto?

Laura Zuzzi: è bella la collaborazione che esiste e si è accentuata in questo frangente fra collaboratori della Casa per proporre idee e fatti: i più giovani e preparati anche nel digitale aiutano i meno abili nella realizzazione di video o altro. Alcune attività di Lingua&Cultura dell’Irse per giovani e adulti continuano con incontri a distanza nelle diverse lingue con staff di docenti madrelingua; sono poi disponibili video di iniziative recenti, interviste e altro su ambiente, economia, storia, turismo , ecc. Era stato prorogato al 30 aprile scorso il Concorso EuropaeGiovani: sono giunte tesine interessanti e la premiazione sarà riprogrammata su Facebook, come già fatto per VideoCinema&scuola. La bella iniziativa dei “Curiosi del territorio” sarà impossibile attuarla quest’anno perché prevede l’arrivo a Pordenone di giovani da tutta Europa e non si sa se ci si potrà muovere, viaggiare; tuttavia stiamo raccogliendo le testimonianze dei partecipanti dello scorso anno, così si mantengono i rapporti con quanti hanno conosciuto il nostro territorio e si capisce che cosa stanno facendo attualmente nei loro Paesi. Lo scorso anno, ad esempio, erano tutti molto sensibili al problema ambientale.

E per quanto riguarda altre iniziative?

Maria Francesca Vassallo: il ricco patrimonio d’arte della Casa e della Fondazione Concordia consente di presentare al pubblico, sempre attraverso i social, artisti e filoni artistici grazie alle opere che gli artisti stessi lasciano al Centro per la costituzione di una Galleria d’arte contemporanea: si può così valorizzare gli artisti del Friuli Venezia Giulia, come richiesto anche dalla Regione. Parlare di arte non significa pensare solo alle mostre fatte e in programma, ma al ricco programma editoriale che le accompagna e soprattutto alla fitta rete di contatti che grazie ai nostri consulenti artistici nascono e si consolidano. Parimenti possiamo proporre spezzoni di concerti, incontri virtuali con artisti e musicisti, grazie ai quali il pubblico può entrare nel loro mondo. Insomma, attraverso linguaggi nuovi cerchiamo risposte a esigenze nuove e per mantenere accesa la voglia di vivere.

E per il futuro?

Il futuro è ancora un’incognita: potremo aprire? E in quali condizioni e con quali limitazioni? – dice ancora Vassallo –. Di certo è difficile pensare alle lezioni dell’Ute a distanza, ma dobbiamo anche capire se la gente avrà ancora voglia di muoversi. Insomma è tutto ancora incerto e in fieri.

Anche la Casa e gli organismi in essa operanti avranno problemi sia per il personale che per i contributi pubblici.

Per quanto riguarda il personale dipendente – afferma Maria Francesca Vassallo – in parte è in ferie, in parte in cassa integrazione; altri lavorano da casa perché l’attività non può fermarsi del tutto e vi sono adempimenti amministrativi che vanno rispettati. Per quanto riguarda i contributi, sappiamo che in Regione è stato predisposto un disegno di legge per mantenere ai beneficiari i contributi concessi per il 2020 pur dando la possibilità di rinviare l’attività e quindi il loro utilizzo. Vedremo come andranno le cose.

Nico Nanni

 

 

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